Gaetano Laghi, avvocato della famiglia di Cristian Molnar non ci sta e chiede spiegazioni sul ritardo nella partenza dell’elicottero: “Perché è partito mezz’ora dopo la chiamata?”
Morti nel Natisone, l’accusa del legale: “Se elicottero fosse partito in tempo, ora sarebbero tutti vivi”
“Se i soccorsi fossero partiti tempestivamente, ovvero nel momento in cui la povera Patrizia li ha richiesti, oggi i ragazzi sarebbero vivi e a casa con i loro genitori“. Questa è la durissima accusa lanciata dall’avvocato Gaetano Laghi, avvocato della famiglia di Cristian Molnar, il 25enne disperso da venerdì scorso, dopo essere stato travolto dalle acque del Natisone.
Il legale recrimina il mancato tempismo nei soccorsi, alla luce della chiamata fatta prontamente al 112.
Per l’avvocato, infatti, l’elicottero avrebbe dovuto decollare alle 13.29 da Campoformido (a otto minuti dal ponte romano), invece che da Drago, partito dopo le 14, con un ritardo circa mezz’ora.
“Sono intimamente convinto che se i soccorsi fossero partiti tempestivamente oggi i ragazzi sarebbero vivi”, insiste il legale.
Continuano le ricerche
La Procura aveva già precisato di cercare possibili condotte omissive da parte dei soccorritori. In realtà la macchian dei soccorsi si era mossa subito, come dimostra il tentativo fatto da un vigile, tuffatosi in acqua legato a una fune nel tentativo di raggiungere i tre ragazzi e in contemporanea la scala telescopica dei vigili del fuoco.
Petru Radu, fratello di Christian ha chiesto a gran voce che le ricerche non vengano sospese, convinto più che mai che suo fratello sia ancora vivo.
Se entro domenica 9 giugno non ci saranno novità, le ricerche non verranno sospese, ma non saranno più mobilitati i cento uomini con mezzi marini e terrestri che da giorni perlustrano l’area, anche perchè le previsioni meteo dovrebbero peggiorare e rendere comunque complicate le ricerche.