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Morte Ramy, il ruolo della consulenza in Procura: cosa emerge dall'inseguimento e dal verdetto

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Morte Ramy: la consulenza rivela la responsabilità di Bouzidi nell'incidente. Scopri i dettagli sull'inseguimento e le possibili implicazioni per l'inchiesta in corso dopo la tragedia di novembre.

La morte di Ramy Elgami, avvenuta a Milano lo scorso novembre, è ancora al centro di un’inchiesta. La Procura ha depositato una consulenza cinematica che potrebbe cambiare il corso delle indagini.

Morte Ramy, la consulenza accusa Bouzidi: responsabilità attribuita all’amico

Il carabiniere alla guida dell’auto che inseguiva lo scooter di Ramy non ha commesso errori. Ha frenato quando necessario e l’urto tra il veicolo e lo scooter non è avvenuto alla fine dell’inseguimento, ma ben prima, in un impatto laterale.

La consulenza attribuisce la responsabilità dell’incidente e della morte del ragazzo a Fares Bouzidi, l’amico di Ramy che stava guidando lo scooter. Secondo il consulente della Procura, Domenico Romaniello, la condotta di Bouzidi è stata “sconsiderata e pericolosa”. Bouzidi ha ignorato l’alt dei carabinieri e ha dato il via a un inseguimento che Romaniello definisce “anomalo e tesissimo”, con una velocità eccessiva e una guida pericolosa. È stato proprio lui, con il suo comportamento, a “assumersi il rischio delle conseguenze”, che purtroppo sono state fatali per Ramy.

Morte Ramy, la consulenza rivela: qual è la dinamica dell’inseguimento?

L’incidente è avvenuto il 24 novembre, al termine di un inseguimento di 8 chilometri. Nonostante la velocità, il carabiniere alla guida ha frenato tempestivamente, cercando di fermare la corsa dell’auto. L’urto con lo scooter, secondo la consulenza, è avvenuto prima della caduta e non nell’angolo tra via Ripamonti e via Quaranta, come inizialmente ipotizzato.

Il militare ha seguito le procedure previste in questi casi, rispettando le linee guida per gli inseguimenti. Se la distanza fosse stata maggiore, forse avrebbe potuto fermare l’auto senza necessità di un impatto. Tuttavia, l’inseguimento non è stato un “normale incidente stradale”, ma un’operazione di pubblica sicurezza. Questo cambia la dinamica dell’evento.

Ora, grazie alla consulenza di Romaniello, che ha analizzato 164 pagine di dettagli tecnici e video, la posizione del carabiniere potrebbe cambiare. L’indagine è tutt’altro che conclusa, ma questa nuova consulenza sembra confermare che la responsabilità non sia da attribuire all’agente, ma a Bouzidi e alla sua guida imprudente.