Alexey Navalny è morto nella giornata di venerdì scorso in quelle che sono state definite ‘circostane misteriose’ da parte del governo russo.
La moglie del dissidente di Putin ritiene responsabile proprio il numero uno del Cremlino e anche i vertici degli Stati Occidentali sposano la medesima linea.
Navalny, negato l’accesso alla salma alla famiglia: l’accaduto
Nel frattempo, all’alba del 19 febbraio, sono stati proprio i collaboratori di Alexei Navalny a rendere noto che anche il terzo giorno dopo la scomparsa del dissidente, non è stato permesso alla famiglia di Alexey di accedere al corpo defunto.
‘Novaya Gazeta’ ha raccontato che la salma di Navalny si trova attualmente in un obitorio della Siberia, e lì i legali di Alexey si sono recati insieme alla madre del dissidente. “Uno degli avvocati è stato letteralmente cacciato” – si apprende grazie alla testimonianza di un portavoce – “Alla domanda se il corpo fosse lì, i dipendenti non hanno risposto”.
Navalny, negato l’accesso alla salma alla famiglia: le condanne
Nel frattempo, in diverse aree della Russia si sono verificati eventi in commemorazione di Navalny, ma i manifestanti sono stati condannati.
Solo a San Pietroburgo, si apprende da fonti russe, 154 persone sono state incriminate: “Hanno violato le rigide leggi anti-protesta del Paese”.