Prosegue l’indagine per la morte del calciatore 26enne Mattia Giani. Il giudice sportivo della Figc – Lega Dilettanti Toscana, ha analizzato il referto dell’arbitro della partita che il giovane stava giocando, interrotta appunto per il malore. Sembra che i primi veri soccorsi siano arrivati troppo tardi.
La morte di Mattia Giani
Ha sconvolto tutti la morte improvvisa di Mattia Giani, il calciatore 26enne accasciatosi a terra per poi morire poco dopo per cause ancora in corso di accertamento.
Il ragazzo che giocava in seconda categoria, ha avuto un malore in campo durante la partita fra Lanciotto e Castelfiorentino, del 14 aprile scorso.
Questa appunto è stata sospesa e il ragazzo, trasportato poi in ospedale, è morto.
Adesso si indaga sulle negligenze e sui ritardi nei soccorsi.
I ritardi nei soccorsi a Mattia Giani
Come si legge nella ricostruzione del giudice che si occupa del caso, la prima ambulanza è arrivata in campo solo 17 minuti dopo la chiamata. Gli operatori hanno proseguito delle manovre di soccorso già messe in atto da chi era sul poto.
I primi soccorsi infatti sono tati dati dal massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna, che sono intervenuti con un massaggio cardiaco e un defibrillatore presente sul posto.
Dopo la prima ambulanza arrivata nettamente in ritardo, ne è giunta un’altra e poi Mattia Giani è stato portato al pronto soccorso più vicino, dove poi è morto.
Ora si cerca di capire se questo ritardo abbia provocato la morte, nel frattempo il club dove giocava Mattia, il Lanciotto, è stato multato con 400 euro per la mancanza di un’ambulanza e un medico sul posto.