Ieri sera è andata in scena a Fabrica una presentazione della nuova edizione Mondadori della Divina Commedia. Lasciatemi prima dire delle note positive che riguardano le illustrazioni di questa nuova edizione, affidate a due giovani artisti inglesi che hanno saputo interpretare, a mio parere, con una discreta freschezza e una ottima intensità gli immaginosi protagonisti della Commedia di Dante, rinnovando quella tradizione illustrativa che il poeta fiorentino ha scatenato dal medioevo fino a Dorè e Dalì. I due artisti si chiamano Patrick Waterhouse e Walter Hutton e qui di seguito vi propongo una clip di presentazione del loro interessantissimo lavoro a metà tra incisione e fumetto.
Passiamo adesso alle dolenti note. Si vociferava da un po’ di giorni che Morgan si sarebbe cimentato in una lettura dell’Inferno di Dante, del quale peraltro aveva già sfoggiato conoscenze mnemoniche (ad hoc) in occasione dell’intervento a “Rai per una notte”, show in cui Morgan diede assolutamente il peggio di sé sbandierando orgogliosamente una confusione mentale che al confronto Ozzy Osbourne sarebbe sembrato un premio nobel per la fisica quantistica.
Ebbene, Morgan ieri sera si è lanciato in questa spericolata lettura, frettolosa e improvvisata, con tanto di sigaretta in mano alla Carmelo Bene (dioloperdoni) e aria da maudit che ci racconta della “…diritta via che era smarrita”; sopracciglio alzato di chi sa cosa vuol dire perdersi nell’inferno e risalire. Ma per piacere. Morgan che legge Alighieri: l’ascoltatore che sensazone dovrebbe coglierne? “Dante strafatto e mollato da Asia Argento che scrive tre cantiche di terzine?”
Questa storia del Morgan tossico ed esiliato, partita con San Remo, sta avendo risvolti improbabili e stucchevoli, con i suoi momenti più bassi nella puntata di “Porta a Porta”, dove Morgan ha tentato una sua tristissima apologia davanti al solito condor coi nei, e poi proprio con “Rai per una notte”, programma dai contenuti validissimi, storpiati da un Morgan che si è presentato totalmente farfugliante ad un appuntamento dove la parola era il mezzo celebrato per la libertà.
Spero che Marco torni presto a fare il cantante, magari a come sapeva farlo con gli ottimi Bluvertigo, e si scrolli di dosso questa immagine da maledetto che né sconvolge abbastanza né interessa più di tanto.