La Francia riuscì ad imporsi per il vestiario, gli accessori, le pettinature e le stoffe in tutta Europa: non esisteva allora una corte che non volesse e richiedesse, ad esempio, le splendide sete di Lione, le stesse sfoggiate dalle superbe e raffinatissime dame parigine, che tutte le donne facevano a gara ad imitare.
Gli artigiani italiani, da secoli in competizione con quelli d’oltralpe, impararono ben presto a copiare quegli stessi disegni che rendevano uniche e impareggiabili le stoffe lionesi, per far loro concorrenza; per ovviare alla furbizia italiana però, i setaioli di Lione provvidero da subito a cambiare periodicamente e in modo pressoché totale i modelli, così da rendere quelli italiani già superati anche se appena immessi sul mercato.
Insomma, anche allora, come oggi e sempre, le leggi di mercato e la concorrenza erano spietati e, spesso, senza regole.