Roma, 21 ott. (askanews) – E’ una giovane giornalista ostinata, determinata ma anche piena di sfumature, di fragilità, un po’ folle e sfrontata, quella raccontata nella serie Paramount “Miss Fallaci”, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Otto episodi diretti da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, in cui Miriam Leone ci fa scoprire una Oriana che negli anni Cinquanta deve farsi largo in una redazione di soli uomini, punta a raccontare i grandi eventi della storia ma le viene assegnata solo una rubrica di cinema e costume. Quando arriva ad Hollywood da giovane giornalista italiana sconosciuta diventa una delle penne più temute, perché per la prima volta racconta quel mondo apparentemente dorato con la sua scrittura, il suo talento.
“In realtà è un becoming in qualche modo Oriana. E’ una formazione, è un’avventura di una ragazza che cerca se stessa, e quindi nella ricerca di quelle sfaccettature c’è un Io frammentato, che cerca di trovare la propria unità, di capire se stessa attraverso il mondo” spiega Leoni.
Negli anni Cinquanta Fallaci non è ancora la grande inviata di guerra, né la donna che intervista i potenti della Terra, ha mille difficoltà e molti turbamenti personali, ricostruiti tramite le sue lettere. Ma non molla e ha già uno sguardo chiaro sulle cose, una lucida interpretazione dei fatti, una capacità unica di raccontarli: “Scopre di avere una voce unica, ma perché si nasce con questo talento, e poi perché lei questo talento lo ha sempre coltivato, con grande spirito di sacrificio, con grande studio, lavoro. Lei dice che la sua era una famiglia povera ma molto colta, con una casa piena di libri. Il padre era stato torturato, partigiano, quindi con questa figura dell’eroe sopra ogni cosa che non le permetterà di avere una vita amorosa semplice”.