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Il voto del consiglio comunale
Il consiglio comunale di Riace ha preso una decisione significativa nella seduta di ieri, respingendo la proposta di decadenza del sindaco Mimmo Lucano. Con un voto a maggioranza, e solo un astenuto, l’assemblea ha scelto di mantenere Lucano al suo posto, nonostante la condanna definitiva a 18 mesi per un falso legato al processo “Xenia”. Questo evento ha suscitato un acceso dibattito tra i cittadini e gli esponenti politici, evidenziando le divisioni all’interno della comunità.
Le implicazioni della condanna
La condanna di Lucano, sebbene sospesa, ha sollevato interrogativi sulla sua idoneità a ricoprire il ruolo di sindaco. Secondo il Viminale, la pena rientrerebbe nella legge Severino, che prevede l’ineleggibilità per coloro che hanno subito condanne definitive. Tuttavia, il consiglio comunale ha deciso di non seguire questa indicazione, creando un precedente che potrebbe avere ripercussioni legali e politiche. La Prefettura di Reggio Calabria ha la possibilità di ricorrere al giudice civile per contestare la decisione del consiglio.
Le reazioni della comunità
La conferma di Lucano ha generato reazioni contrastanti tra i cittadini di Riace. Da un lato, i sostenitori del sindaco vedono in lui un simbolo di accoglienza e integrazione, mentre dall’altro, i critici temono che la sua permanenza possa compromettere la legalità e l’immagine del comune. La situazione è ulteriormente complicata dall’assenza dei tre consiglieri di opposizione durante il voto, che ha sollevato interrogativi sulla rappresentatività della decisione. La comunità si trova quindi a un bivio, tra il rispetto delle leggi e il sostegno a un sindaco che ha fatto della sua amministrazione un esempio di innovazione sociale.