Milano, 11 feb. (Adnkronos) – E' dalle celle telefoniche del cellulare di Pablo Gonzalez Rivas che potrebbe arrivare una grossa mano nelle ricerche di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter di origine salvadoregna del cui omicidio è accusato il compagno. A partire da domani si dovrebbe iniziare ad avere un'idea chiara, proprio attraverso gli accertamenti informatici, su quale sia stato l'esatto percorso fatto dall'auto guidata dal 48enne la sera del 25 gennaio scorso.
La procura – le pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo stanno raggiungendo l'appartamento in piazza dei Daini a Milano dove sono in corso i rilievi nel monolocale della coppia – non crede che il 48enne non si ricordi dove abbia gettato il corpo della compagna, strangolata – come sostiene l'uomo ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere – durante un gioco erotico. Il 48enne lavora nel campo della segnaletica stradale ed è strano, a dire dell'accusa, che non ricordi il tratto di strada, in direzione Cassano d'Adda, dove si è disfatto del borsone contenente il cadavere. Di più: la procura non ritiene verosimile che l'uomo, che ha appunto confessato, non faccia ritrovare il cadavere che potrebbe confermare la sua versione su quanto accaduto la notte tra il 24 e il 25 maggio scorso.
E proprio dall'appartamento, che viene setacciato dai carabinieri, che potrebbe arrivare una prima smentita alla versione dell'indagato. Eventuali tracce ematiche, infatti, potrebbero restituire un'altra versione sulla morte di Jhoanna Nataly Quintanilla.