Milano, Linus: "La radio si è un po’ svuotata di contenuti, ma non in Italia"

Milano, 27 mag. - (Adnkronos) - “A livello internazionale si è un po’ svuotata di contenuti, come se avesse ridotto al minimo l'impegno per cercare di ottimizzare il risultato. L'Italia invece vive ancora una stagione molto vivace e questa spinta aiuta il mercato ad esse...

Milano, 27 mag.

– (Adnkronos) – “A livello internazionale si è un po’ svuotata di contenuti, come se avesse ridotto al minimo l'impegno per cercare di ottimizzare il risultato. L'Italia invece vive ancora una stagione molto vivace e questa spinta aiuta il mercato ad essere sempre molto competitivo”. Parole di Linus, pseudonimo di Pasquale di Molfetta, direttore artistico di Radio Deejay, intervenuto durante l'inaugurazione della mostra “Scrivere nel vento. Cento anni di radio tra società, industria, tecnologia.

Che storie!”, promossa da Fnm, FerrovieNord e Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (Mils) – in collaborazione con l’università degli studi di Milano-Bicocca – e organizzata in occasione del Bicocca Music Festival 2024. Presenti all'evento inaugurale, tra gli altri, Franco Lucente, assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia, Andrea Gibelli, presidente di Fnm, Fulvio Caradonna, presidente di FerrovieNord.

Presenze che evidentemente evocano in Linus ricordi del suo passato di pendolare: “Sono stato un pendolare delle Ferrovie Nord Milano per tantissimi anni.

Sono cresciuto a Paderno Dugnano, la mia vita era divisa fra le quattro o cinque fermate che portavano in città e le quattro cinque fermate che mi portavano a Cesano Maderno, dove andavo a scuola. Ne ho un ricordo assolutamente romantico”, racconta.

Aperta al pubblico dal 27 maggio al 28 giugno e ospitata nello Spazio Agorà dell’ateneo milanese, l’esposizione gode del patrocinio del Senato della Repubblica e del patronato di Regione Lombardia: “Sono qui perché la mia vita è stata legata alla radio.

In questa mostra c’è una fotografia importante di questo strumento, però è la fotografia da cui la radio ormai si è emancipata. Ritengo che la radio una volta fosse l'apparecchio che faceva sentire il contenuto. Adesso il contenuto può essere dentro un telefono, un computer, un televisore o un'automobile. La radio è diventata qualcosa di impalpabile, di veloce”, conclude.