Milano, corteo pro Palestina: tensione in piazza Duomo, carica della polizia

La manifestazione, partita da Porta Venezia, si conclude in piazza Duomo, dove dal primo pomeriggio si erano radunati manifestanti pro Palestina: presidio organizzato dai giovani palestinesi

Nel primo pomeriggio si erano radunati manifestanti pro Palestina, in un presidio organizzato dai giovani palestinesi, con l’adesione di alcuni centri sociali.

Il corteo pro Palestina a Milano

Salita la tensione in piazza Duomo a durante la manifestazione per il 25 Aprile: i manifestanti pro Palestina hanno tentato a più riprese di sfondare le transenne, trattenuti dalle polizia anti sommossa e dai volontari dell’Anpi.

I manifestanti hanno esploso un petardo davanti al palco: ci sono stati alcuni minuti di scontri fisici, in cui sono state scagliate sedie contro i baschi e contro i giornalisti.

I gruppi di contestatori nel corteo pro Palestina a Milano

Un gruppo di contestatori, con bandiere palestinesi, prima della partenza ha rivolto urla ‘Fuori i sionisti dal corteo’ e ‘Fuori Israele dalla Palestina’.

Insieme alla Brigata ebraica ha sfilato anche la comunità ucraina, con lo striscione “Cessi il fuoco chi l’ha iniziato” e “Sì alla difesa, no alla resa”. 

Momenti di tensione quando alcuni esponenti della comunità ebraica hanno sfilato davanti a una rappresentanza dei manifestanti pro Palestina: nello specifico, un rappresentante della comunità ebraica ha avvicinato provocatoriamente una bandiera di Israele, scatenando l’ira dei pro Palestina.

Due fermi dopo gli scontri

Due giovani sono stati fermati dalla polizia a seguito degli scontri, fa sapere in una nota la questura di Milano.

In piazza un numero sopra i 100mila, ha detto dal palco della manifestazione del 25 aprile il presidente dell’Anpi di Milano, Primo Minelli:

«Non sporcheranno le contestazioni questa festa della Liberazione. Siamo davvero tantissimi oltre quanto abbiamo immaginato tanto che alcuni spezzoni del corteo devono ancora partire».

Inoltre, il presidente, ha aggiunto:

«Gridiamo cessate il fuoco ovunque perché si aprano tavoli diplomatici nella sicurezza di tutti gli Stati. Basta con le sofferenze dell’Ucraina e i massacri in Palestina. Ritornino a casa gli ostaggi del 7 ottobre».