(Adnkronos) – "Penso di aver avuto sempre un comportamento lineare e in maniera molto aperta ho chiarito tutti i dubbi che potevano avere il gip e i pm. Ho delucidato zone su cui loro potevano avere dei dubbi, quindi sono molto fiducioso che abbiano compreso il rigore del mio comportamento" aggiunge l'architetto che ribadisce, rispetto alle accuse della procura, di aver sempre lavorato "nell'anonimato", ossia senza aver conoscenza di chi fossero i progetti in concorso nel bando internazionale per la realizzazione della Beic.
Nessuna agevolazione, "nessuno – insiste l'allora commissario della giuria davanti a giornalisti e telecamere – mi ha mai contattata per il concorso". L'attenzione dei pm è caduta su alcuni scambi di messaggi, tra Zucchi e Pier Paolo Tamburelli, il terzo architetto per cui la procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Tra queste anche una foto con un libro farcito di banconote da 50 euro (18 pezzi per un totale di 900 euro) e la foto di un Tycoon che ride mangiando i biglietti di banca. Un'immagine che l'indagato spiega chiamando in causa "ironia e sarcasmo. E' stato completamente travisato: i soldi li ho messi e ho dimostrato che il libro è arrivato dalla casa editrice non da Tamburelli. E' un equivoco semantico, era un rifiuto" a ricevere chiunque fosse legato al concorso.
Zucchi, che non nasconde la "sofferenza" per il clamore mediatico ribadisce l'assenza di qualsiasi conflitto di interesse, che per il noto architetto sussiste solo dove c'è "un rapporto di lavoro attivo con scambio economico" e non quando c'è una condivisione "di natura culturale", altrimenti "a questo punto bisogna chiamare un geometra di Catanzaro per escludere qualsiasi contatto di natura culturale". A chi gli chiede se è disposto a tornare in giuria, Zucchi replica: "forse per il momento me ne starei in disparte".