A Trieste, il sindaco Roberto Dipiazza ha emesso un’ordinanza per lo sgombero del Silos, un edificio vicino alla stazione centrale che da anni è stato rifugio per centinaia di migranti provenienti dalla rotta balcanica, nonostante le sue condizioni di totale fatiscenza.
Migranti, lo sgombero dal Silos di Trieste: ecco dove andranno
Tale decisione è stata presa senza un’alternativa chiara per le persone costrette a lasciare l’edificio e per coloro che arriveranno in città nei prossimi mesi. Il termine per lo sgombero è fissato entro il 24 giugno, ma sembra improbabile che i 250 posti promessi dalla prefettura per accogliere gli attuali migranti che risiedono all’interno del Silos saranno disponibili entro quella data.
L’opzione temporanea proposta è l’ostello Alpe Adria a Campo Sacro, gestito dagli scout triestini, ma attualmente offre solo 85 posti, con l’intenzione di ampliare a 150 posti a luglio con l’installazione di moduli prefabbricati. Tuttavia, ci sono ancora circa 100 posti letto da coprire e il Comune sembra restio ad offrire altri spazi, nonostante le proposte della comunità locale, come un edificio vicino al Silos rimasto chiuso e abbandonato dal 2022.
Migranti, al via lo sgombero dal Silos di Trieste
La situazione nel Silos rimane precaria, con condizioni igieniche inaccettabili e incertezza per chi non riuscirà a essere trasferito. Senza una soluzione nazionale più strutturata per l’accoglienza dei richiedenti asilo, il rischio è che l’ostello Campo Sacro diventi solo una soluzione tampone. Nel frattempo, i volontari continuano a fornire assistenza di base ai migranti che arrivano in città, ma la mancanza di un approccio coordinato a livello nazionale lascia molti vulnerabili esposti a ulteriori difficoltà.