Un individuo quarantacinquenne è stato arrestato dalla polizia presso l’ospedale di Mestre in seguito alla devastazione della sala d’attesa del servizio di pronto soccorso.
L’uomo, originario dell’Irlanda, ha costretto le infermiere impaurite a nascondere alcuni pazienti nell’ambulatorio.
45enne devasta la sala d’attesa del Pronto Soccorso dell’ospedale di Mestre
Una donna, è stata messa in salvo insieme al suo bambino che stava per nascere, ma fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Dopo aver trascorso la notte all’ospedale per riprendersi dall’alcol precedentemente ingerito, l’aggressore ha strappato un computer dalla postazione dell’infermeria e ha preso un cartello segnaletico da un carrello delle pulizie per distruggere l’intera sala d’attesa.
Ha attaccato con violenza gli otto grandi monitor segnaletici rompendoli tutti e mettendo tutto sottosopra nell’intero ambiente. Ha cercato più volte di forzare l’ambulatorio del triage per aggredire il personale sanitario e i pazienti, provando a sfondare le due porte d’accesso e lanciando sedie e altri oggetti contro le finestre.
Proprio in quel momento una donna incinta è arrivata al pronto soccorso con suo marito in cerca di assistenza.
Le due infermiere nella postazione dell’infermeria, aiutate da altri operatori sanitari, hanno messo in salvo una decina di pazienti e familiari gestendo la comunicazione con la donna attraverso segnali, per evitare che il pazzo la vedesse. Hanno indicato il percorso per correre con suo marito nel reparto di ostetricia e ginecologia. La polizia è arrivata pochi minuti dopo ed ha arrestato l’uomo. I danni ammontano a diverse migliaia di euro.
Successivamente, la donna incinta è stata portata nel reparto di ginecologia per il parto, mentre gli addetti tecnici dell’Ospedale Serenissima hanno lavorato per ripristinare la rete telefonica elettronica per il turno dei pazienti, chiamandoli verbalmente fino a quando il sistema non sarà riparato.
Caos al Pronto Soccorso: le parole del direttore generale
“Siamo indignati per quello che è successo e orgogliosi della reazione esemplare dei nostri infermieri, medici, operatori sociali e dipendenti”, dichiara il direttore generale Edgardo Contato.
“Ci urlava in inglese e voleva alcol”, raccontano le due infermiere Giulia e Maria Pia. “Prima che iniziasse a colpire e minacciare, abbiamo capito che sarebbe passato da gesti verbali a gesti violenti molto presto e abbiamo iniziato ad accompagnare i pazienti nell’infermeria principale. Abbiamo mantenuto la calma per tutti, ma ci siamo sentite intrappolate in quegli istanti e abbiamo temuto anche per la nostra vita”. La primaria del servizio di pronto soccorso Mara Rosada invece esprime preoccupazione per l’aumento della violenza che sta vivendo il pronto soccorso italiano.