Argomenti trattati
Messaggi disperati e manipolazione emotiva
Filippo Turetta, un giovane di 21 anni, ha cercato di manipolare emotivamente la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, attraverso messaggi vocali strazianti. In questi messaggi, Turetta si presenta come una vittima, evocando un “disperato bisogno di aiuto” e paragonando la sua situazione a quella di un “povero che chiede da mangiare”. Questa strategia di vittimismo è stata utilizzata per instillare un senso di colpa in Giulia, spingendola a rispondere ai suoi appelli, nonostante la crescente esasperazione.
Ricerche inquietanti su come commettere un delitto
Le indagini hanno rivelato che, solo poche ore dopo aver inviato i messaggi, Turetta cercava su Internet informazioni pratiche su come uccidere Giulia. Le sue ricerche includevano frasi come “corda per legare” e “come legare caviglie sopra e sotto il ginocchio”. Queste ricerche, effettuate tramite una rete protetta, hanno sollevato interrogativi inquietanti sulla sua intenzione e sulla premeditazione del crimine. La combinazione di messaggi disperati e ricerche su come commettere un omicidio ha creato un quadro allarmante della sua psiche.
La reazione di Giulia e l’incontro fatale
Nonostante il pressing emotivo di Turetta, Giulia ha cercato di mantenere le distanze. Rispondeva ai messaggi vocali, ma evitava di rivelare dettagli sulla sua vita sociale o sui suoi appuntamenti. In un messaggio, Turetta si lamentava di essere escluso dalla vita di Giulia, affermando: “Nessuno tiene a me che sto morendo”. Questo tentativo di manipolazione emotiva ha avuto un impatto profondo su Giulia, che si sentiva sempre più in trappola. L’incontro tra i due, avvenuto l’11 novembre, ha segnato un tragico epilogo a questa storia di violenza e disperazione.