Le principali aziende di catering che gestiscono le mense di numerose strutture a Roma, come ospedali, scuole e aziende, hanno comunicato la decisione di non prendere più parte ai tavoli negoziali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.
Contratto mense, le multinazionali chiedono di uscire: cos’è successo?
Tale scelta potrebbe comportare un peggioramento delle già critiche condizioni lavorative degli addetti impiegati nelle mense aziendali, scolastiche e ospedaliere della Capitale.
Attualmente, molti di questi lavoratori si trovano ad operare con contratti part-time che prevedono orari ridotti, talvolta di sole 15 o 20 ore settimanali suddivise su 5 giorni lavorativi, e retribuzioni nette orarie di circa 6 euro.
Un compenso decisamente inadeguato, che si accompagna a turni di lavoro frammentati e a prospettive professionali assai limitate.
Contratto mense, multinazionali chiedono di uscire dal contratto: cos’è successo?
L’uscita delle maggiori realtà imprenditoriali del settore dai tavoli negoziali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale rischia di compromettere ulteriormente i già fragili diritti e le tutele minime garantite ai circa 10.000 addetti delle mense romane. Senza un’intesa condivisa con le parti datoriali, infatti, diventa arduo immaginare un miglioramento delle condizioni economiche e normative per una categoria di lavoratori che svolge un servizio essenziale per il funzionamento di numerose realtà capitoline, dall’ambito scolastico a quello ospedaliero e aziendale.