> > Meloni sostiene l'amministrazione e critica Maria Rosaria Boccia.

Meloni sostiene l'amministrazione e critica Maria Rosaria Boccia.

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Giorgia Meloni mette le cose in chiaro nel giorno successivo alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Afferma che il governo non è affatto indebolito, ma anzi, è più forte che mai. Mentre ringrazia l'ex ministro per il suo contributo negli ultimi due anni, annuncia il suo impegno a svolgere il suo...

Giorgia Meloni mette le cose in chiaro nel giorno successivo alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Afferma che il governo non è affatto indebolito, ma anzi, è più forte che mai. Mentre ringrazia l’ex ministro per il suo contributo negli ultimi due anni, annuncia il suo impegno a svolgere il suo ruolo in modo impeccabile fino alla fine naturale del termine legislativo. Sia al Cernobbio che in altre occasioni, ha rifiutato di nominare Maria Rosaria Boccia per nome, ma ha chiarito il suo disaccordo con l’approccio di Boccia al ruolo delle donne nella società. Meloni insiste nel dire che non dovrebbe confrontarsi con lei, una posizione che risuona con molte donne che seguono la questione. Il suo punto di vista su come le donne dovrebbero farsi strada nella società è completamente diverso da quello di Boccia. In risposta, Boccia ha risposto con sarcasmo sui social media, chiamando Meloni una dilettante. Ha poi condiviso le sue convinzioni, dichiarando che non è il momento per i confronti, ma per la gentilezza e la comprensione. Secondo Boccia, ogni donna dovrebbe avere la libertà di esprimere se stessa, rispettando gli spazi degli altri. Per poter apprezzare pienamente lo spazio conquistato, è fondamentale ascoltare e comprendere la storia con la mente aperta. Solo allora si può arrivare a definire gli spazi e raggiungere una comprensione della verità, che offre la possibilità di scegliere consapevolmente tra percorsi diametralmente opposti.

Pur vedendo una donna pronta a dare battaglia e con la forza di un pugile, che si rialza anche dopo un colpo, non riconosco in lei la capacità di scalfire la verità, come affermo prima di esortare la premier a lasciare i guantoni. Ciò, però, non sconvolge Giorgia Meloni che crede nel sostegno e la comprensione del popolo italiano, capaci – secondo lei – di comprendere un certo ipocrisia, anche in riferimento alla vicenda legata all’inchiesta di Perugia.

Segue poi l’analisi della questione Sangiuliano: “Quando la vita personale di un ministro diventa argomento di dibattito per giorni, la sua carriera pubblica è finita. Prima di tutto, ciò conferma che si tratta di un problema personale. C’è stata una imponente pressione mediatica su una questione privata, nonostante il suo errore di trasformarla in un problema di pubblico dominio” ha aggiunto, spiegando i motivi che l’hanno portata a “accettare”, infine, le dimissioni: “desiderava liberarsi dal ruolo di ministro per potersi difendere meglio, conscio del fatto che il governo non poteva restare sotto questa pressione mediatica”.

“Il ministro ha rassegnato le dimissioni, ma non ci sono prove di illeciti. L’attenzione dei media ha fatto diventare una questione personale un problema pubblico. Non ritengo che sia una questione su cui dobbiamo soffermarci e questo è il motivo per cui, inizialmente, non ho accettato le sue dimissioni” ha spiegato, sottolineando: “Se qualcuno pensa che situazioni come questa possano debilitare il governo, si sbaglia. Il re è morto, viva il re. Un ministro si è dimesso, buona fortuna al nuovo ministro”.

FdI, il partito del primo ministro, difende risolutamente le decisioni relative alla questione Sangiuliano, esortando a ignorare le chiacchiere. Tuttavia, tale iniziativa ha scatenato le opposizioni, con il movimento 5 stelle al comando, criticando il primo ministro come personaggio totalmente improvvisato, saccente e con una satira di strategia. “L’unico vero tradimento in questo argomento è verso gli italiani, la cui esecuzione politica immorale, incompetente e mediocre non merita scuse da parte di nessun membro dell’esecutivo. Gli italiani si sentono giustamente traditi da un primo ministro che fa tutto tranne che operare nell’interesse del paese e che raramente utilizza metodi meritocratici nelle sue decisioni”, ha dichiarato Pietro Lorefice, senatore del M5S. Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, l’ex ministro della Cultura, “sono giunte in ritardo, ma sono comunque l’azione più appropriata che ha intrapreso da quando era ministro”, ha inoltre sottolineato la segretaria del Pd, Elly Schlein, partecipando all’evento Fuoricinema a Milano.