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Meloni ha dichiarato all'Onu: "L'aggressione russa ha causato un effetto a catena | Israele dovrebbe adempiere al diritto internazionale riguardante i civili".

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Nel suo intervento all'Assemblea delle Nazioni Unite, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato la complessità dell'era attuale, affrontando temi come l'attacco della Russia all'Ucraina, la situazione in Medio Oriente, le sfide ambientali e il problema dei migranti. Ha criticato la situazione in Venezuela e ha chiesto un'immediata tregua a Gaza. Inoltre, ha posto l'accento sulla necessità di una governance globale per l'intelligenza artificiale e di combattere il traffico di esseri umani. Infine, ha sottolineato l'importanza di un cambiamento nell'approccio alle relazioni internazionali e nel funzionamento degli enti multilaterali.

Nel suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato la complessità dell’era attuale, in cui l’attacco della Russia all’Ucraina ha scatenato un effetto domino, destabilizzando il sistema internazionale e innescando il caos ben oltre i confini del conflitto. Questa situazione non ci permette di ignorare ciò che sta succedendo in Ucraina, ha dichiarato.

Meloni ha anche affrontato la situazione in Medio Oriente. Ha sottolineato che, sebbene Israele abbia diritto alla difesa, deve anche rispettare il diritto internazionale e proteggere i civili a Gaza. Ha affermato il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato proprio. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, il popolo palestinese deve scegliere una leadership che punti al dialogo e alla stabilizzazione del Medio Oriente.

Ha parlato anche della questione dell’ambiente e del clima, evidenziando l’importanza di una solidarietà maggiore e l’esigenza di una governance globale per l’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda la questione dei migranti, ha sottolineato la necessità di fare di più per combattere il traffico di esseri umani.

In questa fase, è fondamentale che si arrivi a un armistizio immediato a Gaza e al rilascio degli ostaggi. Allo stesso modo, le speranze di libertà e democrazia di tantissime persone in America Latina, come in molte altre parti del mondo, sono ancora insoddisfatte. Il caso del Venezuela è particolarmente preoccupante e ci uniamo in solidarietà e sostegno al suo popolo. Sta a noi come comunità internazionale non restare inerti di fronte ai segnali preoccupanti che emergono dal Venezuela, come il mancato riconoscimento dei risultati delle elezioni di luglio, la repressione brutale, il deceduto di numerosi manifestanti e l’arresto indiscriminato di oppositori politici. Come politici, dobbiamo riconoscere la necessità di intervenire. Il G7 italiano dimostra chiaramente il suo impegno in questo senso, offrendo un approccio aperto e inclusivo. Meloni sostiene che ogni modifica alla struttura istituzionale delle Nazioni Unite deve rispettare principi di parità, democrazia e rappresentanza. Non dobbiamo creare nuovi status preferenziali con nuovi seggi permanenti, serve invece una rappresentanza più equa. Il nostro compito, impegnativo ma necessario, è affrontare i problemi, avanzare piuttosto che regredire, e dare priorità a ciò che è giusto piuttosto che a ciò che è conveniente. L’Italia, come sempre, è pronta a prendere parte a questo sforzo.

Stiamo attraversando una fase critica nel gestire i nostri paesi. Il cambiamento sembra incombere da ogni angolo, il noto diventa incerto e le poche cose in cui credevamo come sicure non lo sono più. Il futuro ci mette alla prova, ma in realtà ci sta solo sfidando. “Le democrazie oggi affrontano nuove e inaspettate difficoltà. L’incremento della frammentazione geo-economica ha delle ripercussioni che tutti dobbiamo gestire, in particolare le nazioni più vulnerabili. La lotta per ridurre le emissioni gassose si trova ad un crocevia, intrappolata tra posizioni ideologiche e mancanza di cooperazione, soprattutto da parte degli emettitori principali di gas serra”. Il capo del governo ha poi dichiarato: “Stiamo assistendo all’emergere dell’intelligenza artificiale generativa, un cambiamento radicale che solleva questioni mai affrontate prima. Anche se non sono convinto che sia corretto definirla intelligenza. Perché l’intelligenza è caratterizzata da chi pone le domande, non da chi elabora le risposte. Ad ogni modo, stiamo parlando di una tecnologia che, a differenza di tutte le altre viste nella storia, proietta un’immagine di un mondo dove il progresso non migliora le competenze umane, ma può sostituirle, con possibili risvolti drammatici soprattutto nel mercato del lavoro, aumentando ancor di più la concentrazione di ricchezza. Non a caso, durante la sua leadership del G7, l’Italia ha posto questa questione al centro dell’agenda, perché intendiamo contribuire alla definizione di una governance globale dell’intelligenza artificiale, in grado di equilibrare innovazione, diritti, lavoro, proprietà intellettuale, libertà di espressione, democrazia”. Nel contesto di “decine di migliaia” di migranti “il nostro scopo è garantire il loro diritto di non dover abbandonare i loro paesi di origine”.

Il presidente del Consiglio ha affermato che le organizzazioni criminali senza scrupoli sempre più forti e diffuse si approfittano della disperazione umana, ricreando una forma di schiavitù che in passato era stata eliminata con il contributo essenziale di questa organizzazione. “Non permettiamo un ritorno al passato”, ha insistito. Un anno fa, ha lanciato un’iniziativa per dichiarare una guerra, a livello mondiale, contro il traffico di esseri umani. Con grande soddisfazione, afferma che il suo appello è stato ascoltato e sono state prese delle misure, in particolare a livello G7, per mettere in piedi un coordinamento internazionale per smantellare queste reti di criminalità. Tuttavia, ha sottolineato con enfasi, dev’essere fatto ancora di più. Le Nazioni Unite devono intensificare i loro sforzi per contrastare queste organizzazioni criminali che mirano a riportare la schiavitù sotto nuove forme. La questione non riguarda solo il Sud del mondo ma anche il Nord, e viceversa. La dipendenza reciproca tra le varie nazioni è ormai un fatto indiscutibile. Di conseguenza, ci si deve distaccare dai vecchi schemi e approcci del passato. E’ necessario un cambiamento radicale nell’approccio alle relazioni internazionali e nel funzionamento degli enti multilaterali, con lo scopo di creare un modello di cooperazione completamente nuovo.