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Meloni evoca Ventotene e infiamma la Camera: fischi e seduta sospesa

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Meloni contesta l'opposizione alla Camera con il Manifesto di Ventotene: fischi, urla e sospensioni durante un acceso dibattito sulla sua interpretazione della politica europea.

Mattinata di fuoco alla Camera. Giorgia Meloni prende la parola, le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo dovrebbero essere routine. Ma poi arriva la citazione. Il Manifesto di Ventotene. E da lì, il caos.

Meloni cita Ventotene e infiamma la Camera: seduta sospesa tra proteste e polemiche

“Spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”. La premier sfida l’opposizione leggendo alcuni passaggi di uno dei testi fondanti dell’Unione Europea. Frasi pesanti. “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista”. Oppure: “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso“. La reazione? Fischi, urla, proteste. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, sospende la seduta. Prima volta.

Si riprende, ma il clima resta rovente. Meloni incalza: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“. L’opposizione insorge, chiede le scuse. La seduta viene sospesa di nuovo. Seconda volta.

Sui social la polemica esplode. Roberto Speranza, deputato Pd, attacca: “Una strumentale ed inaccettabile invettiva contro il Manifesto di Ventotene. Cosa è questa se non apologia del fascismo?”. Intanto, Meloni rincara la dose. Ricorda la manifestazione “Una piazza per l’Europa” del 15 marzo a Roma, nata da un’idea di Michele Serra. “Tanti hanno richiamato il Manifesto di Ventotene. Ma l’hanno davvero letto?”. E di nuovo le citazioni: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”. Parole che pesano come macigni.

Meloni cita Ventotene: scontro alla Camera, seduta sospesa tra urla e fischi!

Ma il dibattito non si ferma lì. Anche prima della “bomba Ventotene“, il clima era teso. Meloni risponde ai Cinque Stelle, che avevano criticato il suo intervento. “Non so che cosa volete che vi dica, mi spiace per voi. Non avete proposte, e si vede. Capisco perché quando eravate al governo l’Italia aveva problemi”. Poi l’affondo: “Capisco che i cittadini siano preoccupati. Lo sono anche io. E non ho tempo per la vostra lotta nel fango”.

Nuovo scontro sul tema del riarmo. La premier Giorgia Meloni contesta il M5S per l’incoerenza: “All’opposizione siete antimilitaristi. Al governo avete aumentato le spese per la difesa rispetto al Pil”. Fischi dai banchi grillini. Applausi scroscianti dal centrodestra. Standing ovation dai Fratelli d’Italia.

Interviene anche il vicepremier Antonio Tajani, che cerca di calmare le acque. “Grande rispetto per tutti, ma la mia Europa è quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman”. Una frase che suona come un tentativo di chiudere il caso. Ma ormai la miccia è accesa.