Nella giornata di ieri, dopo le notizie che avevano iniziato a circolare dall’Egitto secondo cui la tregua tra Israele e Hamas potesse essere più vicina, il Medio Oriente aveva iniziato a credere di poter tirare un sospiro di sollievo.
In realtà, solo poche ore più tardi, Tel Aviv aveva raffreddato gli entusiasmi, parlando di ancora tantissime questioni rimaste da chiarire prima di pensare di arrivare ad uno stop della guerra. Le ultime dichiarazioni di Netanyahu, poi, mettono ancora più in discussione la tregua.
Netanyahu ribadisce le intenzioni di un’operazione a Rafah
“C’è una data per l’operazione a Rafah“ – così il premier israeliano, molto contestato negli ultimi mesi anche nel suo Paese, torna ad agitare gli animi in Medio Oriente.
Netanyahu non è per nulla convinto che questo sia un buon momento per Israele per porre fine alla sua battaglia con Hamas e firmare un accordo di tregua.
Israele attacca Rafah: gli Usa non ci stanno
Gli Stati Uniti, però, non ci stanno e lo fanno capire con estrema chiarezza attraverso le dichiarazioni di Matthew Miller: “Abbiamo chiarito a Israele che crediamo che una massiccia invasione militare di Rafah avrebbe un effetto estremamente dannoso su questi civili e alla fine danneggerebbe la sicurezza di Israele” – ha spiegato ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato.