Dopo tante settimane e tanti mesi di tira e molla, in Medio Oriente non è ancora stata trovata la quadra per una tregua. I diversi passi avanti delle ultime settimane sono sempre stati alternati a lunghi momenti di stallo e a vere e proprie retromarce e, secondo Hamas, questo avviene soprattutto a causa del comportmento ai tavoli di trattativa di Israele.
Medio Oriente, stallo sulla tregua: i motivi
“Israele è ancora intransigente nei colloqui per garantire una tregua a Gaza e uno scambio di prigionieri. Rifiuta il cessate il fuoco, il ritiro dalla Striscia, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri” – così una fonte della leadership di Hamas ha parlato ad Al-Jazeera. “Il primo ministro israeliano Netanyahu pone ancora ostacoli a un accordo e non è interessato al rilascio degli ostaggi israeliani. Sta cercando di guadagnare tempo, di assorbire la rabbia delle famiglie dei prigionieri e di mostrare falso interesse a proseguire le trattative” – ha chiarito ancora la medesima fonte, spiegando nel dettaglio quali sono i motivi dietro a questo logorante stallo.
Medio Oriente, stallo sulla tregua: Biden chiama Netanyahu
Nel frattempo, un funzionario dell’amministrazione americana ha confermato che nelle prossime ore ci sarà un nuovo contatto telefonico tra il presidente Usa Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. I due leader discuteranno con tutta probabilità non solo della tregua, ma anche di quanto accaduto a Gaza, con la morte degli operatori umanitari della Ong dopo il raid dell’Idf.