Circa otto ore dopo l’attacco alla petroliera britannica, le forze armate statunitensi hanno confermato di aver distrutto un sito missilistico antinave dei ribelli filoiraniani, che era puntato sul Mar Rosso e pronto al lancio.
Usa distruggono sito missilistico degli Houthi
Il missile “rappresentava una minaccia imminente per le navi mercantili e per le navi della Marina statunitense nella regione“, ha dichiarato il comando centrale degli Stati Uniti in un comunicato su X. L’offensiva è avvenuta dopo che una petroliera inglese è stata colpita e incendiata al largo delle coste dello Yemen. L’attacco ha spinto il governo britannico a dichiarare che la Gran Bretagna e i suoi alleati “si riservano il diritto di rispondere in modo appropriato“.
I ribelli yemeniti hanno affermato che le loro forze navali hanno effettuato un’operazione che ha preso di mira quella che hanno descritto come la “petroliera britannica Marlin Luanda” nel Golfo di Aden. I dati di navigazione indicano che la nave batteva bandiera delle Isole Marshall. Anche l’esercito statunitense ha confermato l’attacco, pubblicando un comunicato su X in cui spiegava che “i terroristi Houthi sostenuti dall’Iran hanno sparato un missile balistico antinave dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno colpito la petroliera battente bandiera delle Isole Marshall“.
Colpita una petroliera sulle coste dello Yemen
La dichiarazione americana aggiunge che l’imbarcazione ha lanciato una richiesta di soccorso e ha riportato danni, ma che finora non sono stati segnalati feriti, sottolineando che “altre navi della coalizione hanno risposto e stanno prestando assistenza“. La multinazionale di commercio delle materie prime Trafigura ha dichiarato che la nave era gestita per suo conto. La società, che ha uffici in Gran Bretagna, ha spiegato che le attrezzature antincendio a bordo sono state impiegate per controllare le fiamme e che la sicurezza dell’equipaggio è stata la sua “priorità principale“.