Le cure palliative sono trattamenti specifici in caso di malattie inguaribili e hanno un approccio multidisciplinare, toccando quindi diversi settori da quello medico al sociale o al psicologico.
Entrando più nel dettaglio, questi trattamenti entrano in azione soprattutto di fronte a prognosi sfavorevoli e cure attive che non stanno portando effettivo beneficio alla persona. Alcune malattie, ad esempio, hanno stadi irreversibili o possono rivelarsi inarrestabili.
Di fronte a condizioni come queste, non bisogna dimenticare il valore della persona nella sua umanità. Il controllo del dolore, il supporto laddove alcune funzioni vengono a mancare, così come la gestione dei disagi psicologici e sociali che ne derivano, ciascun aspetto deve avere la giusta dignità e merita di essere trattato.
Le cure palliative servono quindi, a dare una qualità di vita migliore alla persona in qualsiasi stato essa si trovi, fino alla fine dei suoi giorni, fornendo sollievo e supporto sia al paziente che alla famiglia.
Tutto questo ha portato alla creazione di associazioni che hanno come obiettivo proprio il supporto al malato in toto e alla sua famiglia. Un esempio di eccellenza in questo campo è rappresentato da VIDAS, un’associazione senza scopo di lucro che dal 1982 difende il diritto dei malati a vivere con dignità anche gli ultimi momenti di vita.
Di che cosa si occupa un medico palliativista
Entrando nel dettaglio, il medico specializzato in cure palliative si occupa, all’interno di un’équipe multidisciplinare, di pazienti affetti da malattie inguaribili e si concentra sul miglioramento della qualità della vita attraverso un approccio olistico che integra aspetti clinici, psicologici, sociali e spirituali.
Per diventare un medico palliativista, è necessario completare una formazione specifica che, fino all’introduzione della Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative nel 2020, prevedeva percorsi post-laurea in specialità come Anestesia e Rianimazione, Ematologia, Geriatria, e altre discipline affini.
È un medico a cui vengono richieste competenze anche in altri campi in quanto il suo compito è garantire il benessere totale della persona sotto ogni punto di vista. L’empatia è sicuramente la più grande delle qualità che questo specialista deve avere.
Il palliativista deve saper ascoltare ed essere accogliente, per essere in grado di affrontare insieme a paziente e famiglia temi difficili come la paura della morte, la gestione delle relazioni con i propri cari e riportare ai colleghi dell’équipe problematiche psicologiche e sociali che emergono durante la fase terminale della malattia, in modo che possano offrire il supporto necessario.
Naturalmente, il medico palliativista ha una profonda conoscenza nel campo medico ed è in grado di prescrivere e decidere terapie specifiche la sofferenza, con prodotti farmaceutici ad esempio specializzati contro il dolore e alcune difficoltà fisiche-motorie.
Perché il medico palliativista è fondamentale nelle équipe multidisciplinari
Il medico palliativista lavora all’interno di una équipe proprio perché l’approccio delle cure palliative è olistico e riguarda diversi ambiti di cura della persona. La sua competenza è fondamentale non solo per la gestione dei sintomi fisici, come il dolore e il disagio, ma anche per l’assistenza emotiva e psicologica ai pazienti e alle loro famiglie.
All’interno di una équipe ci sono più figure professionali, come oncologi o altri specialisti, infermieri, psicologi, assistenti sociali e fisioterapisti, e ciascuna di queste apporta competenze specifiche che sono essenziali per un’assistenza completa e personalizzata.
Il ruolo del medico palliativista resta essenziale nel coordinare e armonizzare questi diversi interventi, assicurando che i trattamenti siano allineati agli obiettivi di qualità della vita del paziente.
Infine, è bene sapere che il supporto offerto si estende anche alla famiglia, che spesso affronta stress e difficoltà significative durante il percorso della malattia. Fornendo orientamento, conforto e risorse pratiche, il palliativista aiuta di fatto i familiari a gestire il loro ruolo di caregiver e a trovare sostegno durante il lutto.