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Medico di famiglia 2.0, proposta legge Forza Italia per rilanciare ruolo

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Roma, 30 gen. (Adnkronos Salute) - Una proposta di legge per rafforzare il ruolo dei medici di famiglia e modernizzare l’assistenza territoriale. Forza Italia oggi alla Camera ha presentata la sua proposta di riforma "che mira a ridefinire e rafforzare il ruolo dei medici di medicina gene...

Roma, 30 gen. (Adnkronos Salute) – Una proposta di legge per rafforzare il ruolo dei medici di famiglia e modernizzare l’assistenza territoriale. Forza Italia oggi alla Camera ha presentata la sua proposta di riforma "che mira a ridefinire e rafforzare il ruolo dei medici di medicina generale (Mmg)", i medici di famiglia. "Questa iniziativa, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), costituisce un passaggio fondamentale per modernizzare l’assistenza territoriale e realizzare un sistema sanitario più vicino alle esigenze dei cittadini", è la premessa della pdl.

La riforma "intende migliorare l’efficacia della presa in carico dei pazienti da parte dei medici di famiglia, contribuendo a ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso. Una migliore appropriatezza delle diagnosi, grazie alla collaborazione con gli specialisti, aiuterà a ridurre le liste d’attesa e attraverso la collaborazione dei medici di medicina generale con gli Ospedali di Comunità, sarà possibile una gestione più adeguata delle persone fragili, alleggerendo il carico su ospedali e famiglie", si legge in una nota.

La riforma, che passerà attraverso la presentazione di una articolata proposta di legge, "non si limita a rafforzare i servizi territoriali, ma presenta un’autentica evoluzione della figura del medico di famiglia, rendendolo protagonista di un nuovo modello organizzativo basato sul lavoro di équipe caratterizzato da una integrazione ospedale-territorio con collegamento di tipo dipartimentale dei due sistemi di assistenza".

Secondo la proposta, "prevenzione, diagnosi precoce e gestione delle cronicità saranno al centro dell’operato dei medici di medicina generale, in collaborazione con: specialisti medici ospedalieri ed ambulatoriali, inclusi coloro che utilizzano strumenti diagnostici avanzati; infermieri di famiglia e di comunità, per una presa in carico completa e continua dei pazienti; psicologi, per il supporto alla salute mentale; operatori delle case della comunità, per un’integrazione sociosanitaria ottimale".

I pilastri della riforma. La proposta prevede misure concrete per costruire un sistema sanitario più sostenibile e integrato: "L'introduzione di 38 ore settimanali per i medici, con un equilibrio tra attività ambulatoriali, prevenzione e progetti di salute pubblica. Almeno il 45% delle ore sarà destinato a cure primarie, telemedicina, vaccinazioni e assistenza domiciliare. Intervento volto al miglioramento della qualificazione professionale dei medici attraverso l’istituzione di un corso di specializzazione universitaria in Medicina generale. Integrazione nelle Case di Comunità, gli studi dei medici di famiglia diventeranno parte di una rete più ampia, con le Case di comunità come punto di riferimento per la collaborazione tra professionisti".

Valorizzazione della prevenzione. "I medici di famiglia, attraverso una programmazione strutturata e obiettivi condivisi con le aziende sanitarie, saranno attori chiave nel promuovere stili di vita sani, campagne vaccinali e screening precoci di cui contribuiranno ad aumentare significativamente le adesioni, contribuendo così a un sistema sanitario sostenibile – prosegue Forza Italia – Sostegno ai giovani medici, con l'ntroduzione di incarichi per laureati in formazione specifica, per fronteggiare la carenza di personale e valorizzare i futuri professionisti della sanità. Valorizzazione economica: un compenso equo, con una quota variabile non inferiore al 30% legata al raggiungimento degli obiettivi definiti dalle aziende sanitarie e dal distretto".

Forza Italia ritiene che questa riforma rappresenti "il primo tassello di un’ambiziosa ampia Riforma strutturale del Servizio Sanitario Nazionale che è il solo strumento per affrontare gli attuali acuti problemi (liste di attesa lunghe per ricoveri e prestazioni diagnostiche, sovraffollamento dei pronto soccorso, violenze contro gli operatori sanitari, medici gettonisti) e un’opportunità unica per costruire le fondamenta di una sanità moderna, efficiente, equa e sostenibile al servizio di tutti i cittadini".

Una riforma strutturale e sistemica "capace quindi di ridurre gli sprechi e l’aumento dei costi causati da una gestione inefficiente delle risorse e di garantire continuità assistenziale, centralità del paziente ed efficienza economica con queste priorità: potenziamento del sistema ospedaliero con aumento dei servizi e dei posti letto nonché del personale sanitario, medico ed infermieristico, con incentivi economici e contratti competitivi per uniformarli progressivamente agli standard europei, con percorsi di carriera chiari e così frenare il loro costante esodo verso l’estero; un’organizzazione più razionale ed efficiente delle attività cliniche delle grandi patologie messe in rete con l’adozione estesa dei modelli Hub e Spoke per la loro gestione; accesso rapido ai farmaci innovativi ed abolizione dei prontuari regionali che sono causa di gravi disuguaglianze territoriali, potenziamento della ricerca clinica e traslazionale degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) con rigorosi controlli sull’efficienza e qualità dell’attività scientifica ivi svolta".

Infine, nella proposta anche l'elaborazione di un Piano nazionale per la salute mentale e la gestione delle dipendenze "che preveda l’aumento delle strutture e del personale specializzato ed il potenziamento della neuropsichiatria infantile; potenziamento della prevenzione primaria e secondaria per ridurre le malattie attraverso l’abolizione delle loro cause conosciute e la diagnosi precoce con una più ampia e capillare diffusione dei sistemi di screening; ampio sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale e della telemedicina con il superamento dell’attuale eccessiva frammentazione regionale ed insufficiente raccolta e gestione complessiva dei dati sanitari attraverso l’istituzione di un sistema centralizzato e unico.