Medici di base pronti a scendere in campo per protestare contro la manovra e il contratto.

Medici in allerta: minaccia di sciopero per mancanza di fondi e ritardi contrattuali

I medici appartenenti alla Fimmg hanno dichiarato uno stato di allerta e minacciano di indire uno sciopero.

La loro protesta è motivata dal ritardo nell’approvazione dell’atto di indirizzo, fondamentale per finalizzare l’accordo collettivo nazionale per il periodo 2022-2024, oltre all’insufficienza di fondi destinati all’assistenza sul territorio. “Senza risposte tangibili, soprattutto per garantire la salute dei cittadini, potremmo passare dallo stato di agitazione a uno sciopero”, avverte Silvestro Scotti, segretario dei medici di medicina generale.

Stato di agitazione dei medici di medicina generale

Scotti sottolinea che attualmente i medici di base, che sopportano autonomamente tutte le spese professionali, si trovano in una situazione difficile, con stipendi che non tengono conto dell’inflazione attuale e sono fermi ai livelli del 2021. Inoltre, esprime preoccupazione per la mancanza di risorse e per “una programmazione che non guarda oltre il 2026”: “È urgente ottenere risposte concrete per implementare riforme necessarie, come l’integrazione della telemedicina, la digitalizzazione dei servizi, un rafforzamento delle risorse per la medicina territoriale e una migliore organizzazione del lavoro per i medici di famiglia, attraverso la creazione di gruppi di assistenza dotati di personale e strumenti diagnostici”, conclude Scotti.

Proteste riguardo alle questioni contrattuali

La protesta dell’intero settore si fa sentire nei confronti del Ministero dell’Economia e della Conferenza delle Regioni, specialmente riguardo alle questioni contrattuali. “Siamo determinati a lottare per risolvere questa situazione nei prossimi mesi. Attualmente, i medici di medicina generale, che devono coprire personalmente tutte le spese professionali, si trovano a dover gestire un stipendio fissato secondo il costo della vita del 2021, mentre affrontano l’attuale inflazione.

Non volevamo assumerci il ruolo di eroi durante la pandemia – conclude Scotti – e non accetteremo di diventare vittime sacrificali ora.”