L’europarlamentare e ex assessora al Welfare lancia la sua proposta alternativa alla riforma in cantiere, difendendo lo status dei camici bianchi di famiglia. Al centro del dibattito, un modello organizzativo che vuole preservare l’indipendenza professionale degli specialisti.
Medici di base autonomi: pagamento per ore lavorate, la proposta di Letizia Moratti
«La nostra proposta è netta», dichiara Letizia Moratti in un’intervista esclusiva, «mantenere l‘autonomia dei medici di base significa garantire flessibilità, qualità del servizio e quel rapporto fiduciario con il paziente che è il cuore della medicina territoriale».
Il punto di rottura con il progetto del ministro Schillaci è chiaro: contro l’ipotesi di un impiego totalmente statale, Moratti propone un modello ibrido. La soluzione? Retribuire i professionisti non più in base al numero di assistiti, ma alle ore lavorate. «Chi accetterebbe di esercitare in un paese di montagna con pochi pazienti?», incalza l’ex assessora.
La vera sfida è modernizzare, non ingabbiare. Digitalizzazione, aggregazioni funzionali tra medici e sinergie tra specialisti sono le parole d’ordine di un progetto che punta a sgravare i camici bianchi dall’eccessivo carico burocratico.
Le inefficienze attuali, secondo Moratti, non derivano dall’autonomia dei medici, ma da un’organizzazione obsoleta e dalla cronica carenza di personale.
Medici di base autonomi: il pagamento per ore lavorate nella proposta di Moratti per rilanciare la medicina territoriale
La soluzione passa attraverso un ripensamento complessivo del sistema, non per mezzo di una trasformazione che rischia di appiattire la professionalità medica.
Un intervento che si propone come alternativa costruttiva al disegno ministeriale, con l’obiettivo di rilanciare la medicina territoriale senza snaturarne l’essenza.
Sullo sfondo, un sistema sanitario nazionale che arranca tra riforme incompiute e risorse limitate. Le Case di Comunità, di cui tanto si parla, rischiano di rimanere un miraggio se non accompagnate da una vera strategia di rilancio della medicina territoriale. Moratti lo sa bene e nel suo progetto inserisce un tassello cruciale: destinare i medici, nelle ore non dedicate ai pazienti diretti, a servizi integrativi come l’assistenza domiciliare o il supporto presso le strutture sanitarie locali. Un modello che guarda all’efficienza without losing the human touch, dove il medico non è un dipendente rigidamente inquadrato, ma una risorsa dinamica al servizio della comunità.