Roma, 31 dic. (Adnkronos Salute) – La notte di Capodanno nelle grandi città italiane, soprattutto nella prima ora dopo la mezzanotte, per gli alti valori di inquinamento dovuto ai botti "potrebbe essere paragonata a un'ora in una fonderia: viene generata un'impennata di inquinamento nell'aria con un aumento del 1.900% rispetto ai valori limiti. Insomma, se dovessi dare un consiglio direi che indossare la mascherina in quell'ora – dopo il fatidico brindisi delle 24 – sarebbe una buona cosa". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), sull'effetto-smog da fuochi e botti.
"Durante tutto l'anno – spiega – i fuochi d'artificio producono il 6% del Pm10 presente nelle città italiane, ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, quasi triplicato rispetto al normale limite giornaliero dei 50 microgrammi per metro cubo. Botti, petardi e le varie 'bombe' con nomi sempre più eclatanti", inoltre, "rilasciano nell'atmosfera parecchie diossine potenzialmente cancerogene. Se prendiamo in esame una singola città italiana di medie dimensioni, i fuochi d'artificio esplosi nella sola notte di Capodanno producono emissioni nocive pari a quella dell'attività annuale di 120 inceneritori di rifiuti. E le sostanze liberate in atmosfera possono ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida e inquinare i terreni, le falde acquifere, i laghi e i fiumi".
C'è poi il tema dei rifiuti prodotti dai botti esplosi. "Si stima – prosegue il presidente della Sima – che il primo gennaio siano 60mila gli involucri esplosi, per un totale di 3-6 tonnellate di rifiuti prodotti che poi sono anche difficili da differenziare per la composizione: il 70% è cartone, plastica, legno o argilla e il 30% polvere pirotecnica che è fatta da nitrato di potassio, zolfo, carbone. Un concentrato di metalli pesanti che comprende anche magnesio e rame".