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Mattia Minguzzi, figlio del famoso chef, ucciso a 14 anni: "Non era una resa dei conti"

morto il figlio dello chef Minguzzi

Mattia Minguzzi, figlio del famoso chef, è morto a 14 anni dopo essere stato accoltellato

Mattia Ahmet Minguzzi non è stato ucciso a causa di un confronto o di un litigio, né per “motivi insignificanti” o per una “resa dei conti”. Lo dichiara al Corriere della Sera il padre, lo chef Andrea Minguzzi. Suo figlio è deceduto alcuni giorni fa a seguito di un accoltellamento in un mercato di Istanbul, in Turchia, il 24 gennaio. Il ragazzo ha poi trascorso due settimane in terapia intensiva, ma purtroppo non sono state sufficienti a salvarlo. Minguzzi afferma di non aver ancora visionato i documenti delle indagini. “So solo che ci sono un gruppo di aggressori e una parte lesa. Mio figlio non conosceva gli aggressori e io non so i loro nomi. Non ho nemmeno visto il video delle telecamere di sorveglianza”.

Mattia Ahmet Minguzzi, il figlio dello chef accoltellato a 14 anni

E continua: “Fino a domenica eravamo focalizzati esclusivamente sul desiderio che Mattia si riprendesse, su come dargli tutta la nostra energia, trasmettergli il nostro affetto e la nostra forza, e offrirgli emozioni positive”, ha raccontato al Corriere. Lo chef racconta che la sera prima, il 23 gennaio, aveva dato a Mattia la paghetta del mese, e che il ragazzo aveva chiesto alla madre il permesso di uscire presto di casa: ”Voleva approfittare delle vacanze di fine quadrimestre per andare al mercato dell’usato di Kadıköy appena sveglio. Doveva comprare delle magliette, degli accessori per lo skate. Sapeva che per trovare le migliori occasioni bisogna andare presto”. Stando a quanto emerso da una prima ricostruzione, il figlio dello chef e della violoncellista turca Yasemin Akincilar sarebbe stato importunato, per poi essere seguito e aggredito da due giovani più grandi di lui, con cinque colpi di arma da taglio. Poi, caduto a terra, è stato preso a calci.

La vicenda ripresa dalle telecamere e l’arresto dei responsabili

Il drammatico momento è stato ripreso dalle telecamere di zona, dopodiché i due aggressori, già noti alle forze di polizia, sono stati arrestati. La vittima è stata ricoverata in gravissime condizioni al Goztepe City Hospital di Istanbul. Minguzzi ha raccontato della telefonata ricevuta alle 8.20 del mattino. “Abbiamo corso in ospedale, nella zona asiatica, mentre noi viviamo nella parte europea. In nessun caso avremmo potuto immaginare una cosa del genere. E poi, alle otto e venti del mattino. Come è possibile pensare che una cosa simile succeda al mattino? Mattia aveva 14 anni. Era un ragazzo. Frequentava la terza media. La sera, se usciva, gli chiedevamo di non fare tardi. Non tornava mai dopo le nove”. Mattia, racconta il padre, era nato a Istanbul.

L’amore per la sua città, la cucina e la musica

“Quando vivevamo a Malta — ci siamo stati per circa un anno, nel 2023, per il mio lavoro da chef — non faceva altro che dirmi: ‘Papà, quando torniamo a casa? Quando torniamo in Turchia?’. Istanbul è la nostra casa. E i turchi sono un popolo straordinario. Io e mia moglie ci siamo incontrati qui, vivo qui dal 2007, l’avevamo sempre considerata una città sicura”, ha aggiunto. Il papà racconta che Mattia era “un ragazzo come tanti. Amava il suo gatto Lilli, lo skateboard, suonava la chitarra acustica classica. Negli ultimi giorni, stava imparando a suonare quella elettrica. L’amore per la musica glielo aveva trasmesso la madre Yasemin, che è una violoncellista laureata al Conservatorio di Milano. E poi adorava la buona cucina e i profumi. Quando gli amici dovevano fargli un regalo, spesso sceglievano proprio un profumo. Gli portavano i campioni o se li procurava lui. Era il mio cuoco. A volte veniva in cucina da me, mi diceva ‘papà, prepariamo questo piatto?’, ‘proviamo questo taglio di carne?’. Cucinava per me. Parlava italiano, turco e inglese. Aveva qualche nozione di giapponese, maltese e russo. Sapeva contare in arabo. Era il mio amore, il nostro amore”.