> > Mattarella ha dichiarato: "L'Italia corrisponde gli interessi sul debito allo...

Mattarella ha dichiarato: "L'Italia corrisponde gli interessi sul debito allo stesso modo di Francia e Germania combinate".

1216x832 06 13 00 57 299230374

"Il pagamento degli interessi sul debito italiano ha superato quello combinato di Francia e Germania," ha dichiarato il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, aggiungendo che l'Italia resta comunque un debitore fidato e credibile. Ha messo in evidenza, inoltre, la storia quarantenna...

“Il pagamento degli interessi sul debito italiano ha superato quello combinato di Francia e Germania,” ha dichiarato il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, aggiungendo che l’Italia resta comunque un debitore fidato e credibile. Ha messo in evidenza, inoltre, la storia quarantennale del nostro paese di avanzi di bilancio primari annuali. Ha sostenuto che non si può sfuggire alla necessità di ridurre il debito pubblico.

“All’interno della situazione di debito, l’Italia ha dimostrato un impegno maggiore rispetto a Francia e Germania insieme”, ha continuato il Capo dello Stato, indicando che l’interpretabilità dei tassi di interesse è come un termometro opinabile. Ha sottolineato come rimanga molto da fare per introdurre il razionalismo sul mercato.

Non ha tralasciato i mercati, menzionando alcuni problemi chiave. “C’è ancora molto lavoro da fare per applicare un approccio razionale a un mercato dei titoli di stato che spesso ignora questioni come il debito pubblico rispetto alla ricchezza finanziaria netta delle famiglie,” ha affermato. “Il termometro che misura come i mercati percepiscono l’affidabilità di un paese può essere opinabile, come dimostrato in questo caso. Una prospettiva europea potrebbe fornire una verità”.

L’Italia ha dimostrato nel tempo di essere capace di onorare i propri debiti, vantando un passato trentennale di surplus a saldo primario. Tuttavia, dal 1992 in poi, il debito pubblico nazionale ha subito un considerevole aumento, dovuto in gran parte agli interessi. Queste sono le parole del Presidente Mattarella, che però esorta alla cautela; non si tratta di trascurare il debito, di cui si riconosce l’importanza di ridurlo, è piuttosto un invito a seguire un percorso che tenga conto dei principi chiave dell’economia e a lavorare per rafforzare ulteriormente le basi finanziarie dell’Europa.

La questione che sorge spontanea è se il vincolo, esterno o meglio, interno, derivi dalle normative o dal debito stesso. Tale riflessione pone l’attenzione sulla condizione debitoria dei Paesi membri dell’UE, esortando a definire con chiarezza il ruolo fiscale ed economico che attualmente è assegnato esclusivamente alla banca centrale europea. Un tema che, secondo Mattarella, non è solo finanziario, ma civile, sociale e democratico, implicando questioni di libertà economica, uguaglianza dei cittadini e reputazione internazionale di una nazione.

Mattarella ha inoltre toccato la storia dell’UE e i rischi associati alla nostalgia del passato, ben sapendo quanto esso possa essere ingannevole. “Ci sono persone che alimentano il desiderio di un passato che, spesso, ha riservato tragedie. Ogni generazione è chiamata a combattere contro queste illusioni che cercano di ritornare sotto diverse forme dopo essere state dimenticate”.

“Sottolinea l’importanza delle forze della società civile nel mantenere e difendere la civiltà in cui vivono e contribuiscono a formare – ha aggiunto – un ruolo che non solo riguarda loro, ma li coinvolge direttamente.”

“In principio, l’integrazione europea, con i suoi inizi nel dopoguerra, attraverso la Comunità per il carbone e l’acciaio, ha evidenziato che le forze culturali, sociali ed economiche di diversi paesi possono creare un ambiente di libertà, giustizia sociale e aspirazione alla pace, che superano l’egoismo, l’opposizione, il razzismo, la violenza, l’odio e la guerra. Con risolutezza, continuiamo su questo cammino”, ha proseguito.

“Ricorda che il desiderio di avere una moneta europea come difesa è nato dalla necessità di uno strumento efficace data la fragilità delle valute nazionali”, ha sottolineato Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica. Ha evidenziato “l’impatto della denuncia unilaterale da parte degli USA degli accordi di Bretton Woods il 15 agosto 1971, quando le nazioni europee hanno dovuto affrontare le fluttuazioni caotiche dei mercati con le proprie valute”. “È stato riconosciuto che gestire autonomamente le grandezze macroeconomiche ha reso le singole nazioni inadeguate e che l’intervento monetario, una corsa tra salari e prezzi, che era comune in molti paesi, era distorsivo, era tutt’altro che risolutivo.”