Dopo la semilibertà è arrivata in queste ore la decisione finale da parte del tribunale di sorveglianza di Firenze. I due uomini condannati per la morte di Martina Rossi usciranno definitivamente dal carcere. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi hanno avuto accesso ai benefici di legge e adesso finiranno la loro condanna con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Non si sono fatte attendere le parole amareggiate dei genitori di Martina.
Richieste dei legali accolte
Entrambi gli uomini erano stati condannati in via definitiva per tentata violenza sessuale di gruppo contro Martina Rossi nell’ottobre del 2021. Anche all’epoca però la pena era stata abbastanza leggera, parliamo infatti di soli 3 anni di carcere e, nemmeno un anno dopo, entrambi hanno ottenuto il regime di semilibertà, potendo così lavorare di giorno e tornare di sera nel carcere di Arezzo.
Gli avvocati di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi hanno però insistito per alleggerire ulteriormente la loro pena portando alla situazione odierna. Tramite due diverse sentenze, ufficializzate nei mesi scorsi ma condivise al pubblico solo adesso, il giudice di sorveglianza ha accolto la richiesta per entrambi. Luca Vanneschi è stato il primo ad uscire, il Tribunale gli ha riconosciuto delle questioni familiari, ed è libero dall’estate scorsa.
Albertoni ha ottenuto la scarcerazione il mese scorso ed è libero solo da qualche settimana. Tutti e due sono però costretti a svolgere attività di volontariato e durante la notte non possono abbandonare il loro domicilio. Queste restrizioni dovrebbero durare fino agli inizi del 2025, ma se arriveranno altri sconti di pena il tutto potrebbe finire anche prima.
Le parole dei genitori di Martina
Ovviamente la situazione non è andata giù ai familiari di Martina Rossi, i genitori si sono sfogati con il Corriere Fiorentino dichiarando che “Questa non è giustizia“. I due stanno ancora affrontando una causa per il risarcimento del danno legato a quanto avvenuto alla loro figlia. Hanno anche aggiunto che i due colpevoli non hanno mai chiesto scusa per quello che hanno fatto.
Per questo motivo, si aspettavano che entrambi sarebbero rimasti in carcere a scontare la pena, un desiderio che è stato loro negato dalla decisione del giudice. I genitori hanno poi concluso che l’intera situazione darà un cattivo esempio ai giovani.