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Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la Letteratura, è morto: le cause del decesso

Mario Vargas Llosa

Mario Vargas Llosa, scrittore peruviano, è morto domenica a Lima. La notizia è stata diffusa dal figlio Álvaro tramite il suo profilo ufficiale su X.

Mario Vargas Llosa, uno dei più grandi scrittori contemporanei, si è spento domenica a Lima, lasciando un vuoto nel panorama letterario mondiale. Vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, l’autore peruviano ha segnato la storia con le sue opere che esplorano la politica, la cultura e le sfide sociali del suo paese e del mondo. La notizia della sua morte è stata diffusa dal figlio Álvaro attraverso un post sul suo profilo ufficiale su X, lasciando i fan e i lettori di tutto il mondo in lutto per la perdita di un gigante della letteratura.

Chi era Mario Vargas Llosa

Mario Vargas Llosa, nato ad Arequipa, in Perù, il 28 marzo 1936 e naturalizzato spagnolo dopo aver vissuto a lungo a Londra.

La sua carriera letteraria ha preso il via nel 1959 con la pubblicazione della raccolta di racconti Los jefes, ma il suo impegno non si è limitato alla scrittura e al giornalismo: Vargas Llosa è stato anche un protagonista della scena politica. Inizialmente vicino al comunismo e un fervente ammiratore di Fidel Castro, nel corso degli anni ha cambiato rotta, adottando posizioni neoliberiste in economia e politica. Questo cambiamento ideologico lo ha portato, nel 1990, a candidarsi alla presidenza del Perù con una coalizione di centro-destra, ma la sua corsa alla presidenza si concluse con la sconfitta da parte di Alberto Fujimori, candidato centrista-neoliberista.

Nonostante il fallimento in politica, la sua carriera letteraria è stata straordinaria. Con le sue opere, Vargas Llosa è diventato uno dei più importanti autori sudamericani del XX secolo, guadagnandosi il Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, oltre a numerosi altri prestigiosi riconoscimenti come i premi Principe delle Asturie, Cervantes e Grinzane-Cavour alla carriera. È stato anche presidente del Pen Club International.

Nel 1993, ha acquisito la cittadinanza spagnola, mantenendo quella peruviana, grazie al governo socialista di Madrid. Inoltre, nel 1994, è stato nominato membro della Real Academia Española, consolidando ulteriormente il suo status di figura centrale nel panorama culturale internazionale.

Le opere di Mario Vargas Llosa

Il vero esordio letterario di Mario Vargas Llosa avviene nel 1963 con La città e i cani, un romanzo audace e dissacrante che affronta la realtà cruda della vita in un’accademia militare peruviana. A questa prima opera seguirono La casa verde (1966), un romanzo che esplora le complesse dinamiche sociali del Perù, e Conversazione nella cattedrale (1969), un potente affresco politico che analizza la corruzione e la repressione del regime dittatoriale.

Nel 1973, Vargas Llosa diede vita a Pantaleón e le visitatrici, un’opera che segna un cambio di registro, abbracciando un tono più ironico e comico, che diventerà una caratteristica di alcuni dei suoi lavori successivi, come La zia Julia e lo scribacchino (1977), un romanzo che mescola l’umorismo con una riflessione sull’amore e sulla scrittura. Negli anni successivi, Vargas Llosa si cimentò anche con il genere giallo con Chi ha ucciso Palomino Molero? (1986), un intrigante romanzo poliziesco che, però, non perde mai di vista le problematiche sociali e politiche.

Nel corso della sua carriera, la sua produzione letteraria, pubblicata in Italia da Einaudi, si è arricchita di opere sempre più complesse e affascinanti. Tra queste, La festa del caprone (2000), che affronta il regime di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana, e Il paradiso è altrove (2003), una riflessione sulla condizione umana. Avventure della ragazza cattiva (2006) è una commovente storia d’amore e di fuga, mentre Il sogno del celta (2011) racconta la biografia romanzata di Roger Casement, il noto attivista irlandese. In La civiltà dello spettacolo (2013), Vargas Llosa esamina la decadenza della cultura contemporanea, mentre Crocevia (2016) e Il richiamo della tribù (2019) esplorano rispettivamente la politica e la filosofia.

L’ultima sua opera, Tempi duri (2020), continua a indagare le sfide del nostro tempo, mantenendo viva la sua capacità di stimolare la riflessione attraverso la scrittura.

Addio a Mario Vargas Llosa, il premio Nobel per la Letteratura: le cause del decesso

Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace”, ha dichiarato il figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X.

Mario Vargas Llosa, malato da tempo, è morto nella sua casa a Lima all’età di 89 anni, dove era tornato dopo aver trascorso gran parte della sua vita tra Europa e America Latina.

Negli ultimi mesi, si erano diffusi numerose indiscrezioni riguardo al peggioramento delle sue condizioni di salute. Lo scorso ottobre, suo figlio Álvaro aveva dichiarato che suo padre si trovava alla vigilia dei 90 anni, un’età in cui è necessario rallentare un po’ il ritmo delle proprie attività, senza entrare nei dettagli sullo stato di salute dello scrittore. Durante la pandemia da Covid, Vargas Llosa era stato ricoverato in ospedale per un lungo periodo.