Marini sul filo del rasoio, le opposizioni si dirigono verso l'Aventino.

La sfida di Giorgia Meloni per far diventare Marini giudice della Corte costituzionale è in bilico, con tensioni e incertezze tra maggioranza e opposizione. Le trattative e i conteggi continuano, mentre il centrodestra potrebbe considerare di votare scheda bianca per tutelare il candidato. Ogni voto conta e si guarda a Svp per il sostegno. La presidente del Consiglio mostra disappunto per le leak interne di FdI, rendendo questo nuovo approccio ancora più significativo. Forza Italia, Noi moderati e la Lega sosterranno Marini, mentre Pd e M5S si asterranno. Il dialogo tra Meloni e le opposizioni è richiesto per una posizione condivisa

L’aspirazione di Giorgia Meloni di vedere Francesco Saverio Marini, attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi, diventare giudice della Corte costituzionale è appesa a un voto in bilico, e la vigilia è stata segnata da una certa apprensione.

All’interno della maggioranza, la fuga di informazioni riguardanti i parlamentari di FdI ha suscitato la rabbia della leader, portando a una vera e propria “caccia alla talpa”. Dall’altra parte, nelle file dell’opposizione, l’azione della premier è vista come “un’inaccettabile sorpresa”, e si fatica a trovare un accordo.

Carlo Calenda, capo di Azione

sottolinea: “Non desideriamo apparire come degli stolti come accaduto l’ultima volta con la Rai”, richiamando alla mente il recente fallimento del campo largo.

Finora, il Pd, il M5S e Avs hanno chiarito che si asterranno dal votare. Italia Viva sembra anch’essa orientata a lasciare l’Aula, smentendo rumors su un membro del suo gruppo pronto a dare la propria preferenza. Senza considerare assenze e eventuali voti dissenzienti, si stima nel centrodestra che siano necessari alcuni voti esterni per raggiungere il traguardo di 363. Si guarda in particolare a Svp.

Le trattative e i conteggi

sono proseguiti fino a sera, e qualora la situazione si dimostrasse troppo incerta, si potrebbe anche prendere in considerazione l’idea per il centrodestra di votare scheda bianca per tutelare il candidato. In ogni caso, nell’ambito della maggioranza, si presume che Meloni abbia ponderato bene i suoi calcoli prima di far mobilitare i suoi giovedì scorso, con l’intento di sostituire Silvana Sciarra, storica presidente della Consulta, che entro un mese dovrà affrontare le questioni di legittimità costituzionale riguardanti l’Autonomia differenziata sollevate da diverse regioni.

La presidente del Consiglio ha mostrato un crescente disappunto per le leak provenienti dalle chat interne di Fratelli d’Italia, rendendo questo nuovo approccio ancora più significativo. L’accordo, durato sette turni di voto, prevedeva di attendere fino a dicembre per la sostituzione di tre membri della Corte, imponendo così all’opposizione di scegliere uno dei quattro. Forza Italia ha esortato i propri membri a rimanere vigili, pronta a sostenere Marini, che ha ricoperto il ruolo di consulente legislativo durante l’ultima legislatura.

Inoltre, il nome di Francesco Paolo Sisto, attuale viceministro della Giustizia, circola tra i potenziali candidati per i posti vacanti nella Corte costituzionale. Anche Noi moderati garantirà il proprio supporto. La Lega ha raccomandato ai propri membri di essere presenti in ogni votazione, sottolineando l’importanza del quorum. Fonti all’interno del partito di Matteo Salvini indicano che il fine settimana è stato caratterizzato da polemiche con il vicepremier Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri, membro di Forza Italia, non sarà presente a causa di impegni in Argentina, e ciò potrebbe essere motivo di ulteriori assenze nel centrodestra, come nel caso di Umberto Bossi.

Ogni singolo voto assume quindi un’importanza cruciale, e si guarda con attenzione ai rappresentanti di Svp.

Nel mentre, in un incontro telefonico tenuto giovedì scorso, Meloni ha contattato Elly Schlein

per discutere dell’importanza di unire le forze politiche in risposta all’escalation della crisi in Medio Oriente. Tuttavia, il giorno successivo, la segretaria del Pd ha manifestato sorpresa per non essere stata informata sulla rapida accelerazione riguardante la candidatura di Marini.

Il Partito Democratico ha deciso di astenersi dalla votazione, anche se Pier Ferdinando Casini parteciperà per motivi istituzionali. La scelta di rimanere in Aula verrà discussa in un incontro dei gruppi previsto poco prima della votazione. Il Movimento 5 Stelle ha confermato la sua assenza, mentre gli altri partiti di opposizione sono in attesa di vedere le strategia del partito di Giuseppe Conte. Angelo Bonelli, rappresentante di Avs, ha ribadito l’invito a Meloni per avviare un dialogo con le opposizioni, affermando che, senza confronto, non prenderanno parte alle votazioni.

Calenda ha sottolineato la difficoltà di continuare a rimanere fuori dal dibattito, riconoscendo che la maggioranza mostra poco interesse ad ascoltare. Ha inoltre dichiarato che sarà necessario coordinarsi con le altre forze di opposizione per giungere a una posizione condivisa.