Quello che è passato alla storia come lo “scandalo della collana di diamanti” fu, in realtà, una diabolica truffa macchinata da personaggi oscuri e senza scupoli alle spalle della regina di Francia Maria Antonietta, che da questa grottesca vicenda uscì pesantemente compromessa nel nome e nella dignità nonostante la sua provata innocenza e la totale estraneità ai fatti.
Tutto iniziò nell’estate del 1775, quando la sovrana fu messa al corrente di un fatto curioso del quale non poteva affatto prevedere le conseguenze; il gioielliere Bohmer le chiedeva il pagamento di una favolosa collana di diamanti che, stando a quanto da lui dichiarato, le era stata regalata dal marito Luigi XVI.
Inoltre, l’uomo affermò che un nobile della corte, il Cardinale de Rohan, aveva contratto un prestito segreto a nome della regina per sostenere il pagamento della cospicua prima rata.
Ovviamente Maria Antonietta restò perplessa e si limitò a dire di non aver ricevuto alcun collier in dono e di non sapere nulla di quella faccenda, cosa per altro del tutto vera.
Passarono poche settimane e il Cardinale, arrestato, fu condotto al cospetto della coppia reale; nella sua imbarazzata difesa, egli menzionò una certa Contessa de La Motte-Valois, senza sapere che in realtà si trattava di un’imbrogliona che, grazie ad un’astuzia fuori dal comune, alle grazie femminili e a una certa dabbenaggine del prelato, lo aveva convinto ad anticipare i soldi della collana dandogli la certezza di riuscire ad ottenere in tal modo i favori della regina, che non aveva mai mostrato alcuna simpatia nei suoi confronti.
Durante il complotto, Jeanne, l’avventuriera, era persino riuscita ad organizzare un incontro segreto nei giardini di Versailles tra il Cardinale e una prostituta, spacciandola per Maria Antonietta (un po’ per l’emozione, un po’ per l’oscurità, molto per, chiamiamola, ingenuità, Rohan non si era accorto di nulla).
Ne nacque un processo divenuto storico che si svolse nel 1786, nel quale la sedicente contessa De La Motte fu condannata ad essere frustata e marchiata con un ferro rovente, mentre l’alto prelato fu assolto.
L’incredibile è che ad uscirne peggio di tutti fu proprio la regina, la cui reputazione fu macchiata per sempre irrimediabilmente: i giudici, credendo alle parole del Cardinale, avevano dato credito alla leggenda che la voleva talmente frivola e sciupona da essere capace di spendere cifre astronomiche per un gioiello, senza sapere che, invece, ormai da tempo Maria Antonietta aveva intrapreso un tipo di vita più modesto e adulto, sentendosi in dovere di non sprecare denaro in un momento tanto difficile per la Francia.