Marco Tullio Giordana, noto regista, ha dichiarato di selezionare i suoi attori in base alla bravura e non alla celebrità. Ha sottolineato che non ha rinunciato alla sua passione per la politica. Durante il Festival di Capalbio, ha presentato il suo nuovo film “La vita accanto”, un racconto sulla sofferenza.
In quest’epoca dove l’evasione e la rassegnazione al rumore di fondo sono frequenti, il regista ha voluto mettere in luce tematiche delicate e difficili. “La vita accanto” racconta la storia di una famiglia che deve affrontare un disagio e i cambiamenti che ne conseguono. Presentato al Capalbio Film Festival in compagnia delle attrici Sonia Bergamasco e Valentina Bellè, l’opera è una riflessione sull’identità e sul corpo.
Tratto dal romanzo di Mariapia Veladiano e adaptato per lo schermo con la collaborazione di Marco Bellocchio e Gloria Malatesta, il film ha suscitato delle reazioni varie. Alcuni lo hanno considerato come una deviazione dall’impegno civile tipico dei precedenti lavori del regista, come “I cento passi” e “La meglio Gioventù”. Tuttavia, Giordana ha ribattuto affermando che è solo il frutto della sua passione per le storie e il cinema in generale.
“La vita accanto” esplora l’intimità emotiva di una famiglia, affrontando temi come l’apparenza, lo sguardo e il corpo. Il regista ha sottolineato che la rappresentazione del personale non indica un disinteresse per la politica. Al contrario, ha ribadito che anche il discorso sul corpo può avere una forte connotazione politica.
«Se qualcuno in ogni dieta quotidiana cerca la politica, può certamente interpretare le mie storie in questo modo. Ma nelle mie narrazioni, ho sempre esplorato temi come la gioia, la tossicità e l’amore. Non vedo niente di scandaloso, penso solamente che la critica italiana tenda ad essere molto stereotipata».
Quando chiesto della sua impressione sulla scena attoriale italiana attuale, avendo selezionato un cast incredibilmente talentuoso, risponde:
«Il mio film presenta attori consolidati ma ho anche scelto Beatrice Barison, una giovane pianista senza esperienza precedente di recitazione, un vero talento naturale. La regia implica anche l’aspetto di scoperta, selezionando attori per il loro talento, non per la loro fama. Dobbiamo ammettere che in Italia abbiamo un ricco panorama di attori, ma dovremmo essere più attenti a farli recitare piuttosto che sussurrare o urlare».
Infine, quando interrogata su cosa l’ha motivata a scegliere un argomento così difficile, risponde: «È un bellissimo racconto che affronta e supera il dolore, non lo ignora. Le persone tendono a ridere in pubblico, ma probabilmente piangono molto di più in privato. È importante che ci siano vari generi di cinema e se uno di questi venisse eliminato dagli algoritmi, protesterei».