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Manovra 2025 e stipendi: le polemiche sull’aumento di 1,3 milioni per i ministri non parlamentari

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Manovra 2025: l'aumento degli stipendi per ministri e sottosegretari non parlamentari suscita polemiche

Si fa sempre più concreta la possibilità di allineare le indennità dei ministri non parlamentari a quelle dei colleghi parlamentari, un emendamento della Manovra 2025 che sta suscitando diverse polemiche.

Manovra 2025: aumento di 1,3 milioni per i ministri non parlamentari

Il dibattito sull’aumento delle buste paga per i ministri e i sottosegretari non parlamentari, previsto dalla manovra, sta alimentando forti polemiche politiche. La proposta, che comporta un esborso di 1,3 milioni di euro all’anno, si concentra su un emendamento che modifica la legge 418 del 1999, che regola la retribuzione di queste figure governative.

L’emendamento prevede che l’intero trattamento economico dei ministri non parlamentari venga allineato a quello dei parlamentari, includendo non solo l’indennità, ma anche altre voci come il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato e la diaria.

Le due principali voci interessate sono il rimborso spese per l’esercizio del mandato (7.193 euro al mese) e la diaria (3.503,11 euro). La prima voce copre attività legate al mandato parlamentare, come consulenze e supporto territoriale, ma viene estesa anche ai ministri non parlamentari, nonostante le differenze nelle loro funzioni rispetto ai deputati. La seconda voce, invece, serve a rimborsare le spese di soggiorno a Roma e a sostituire altri tipi di rimborso previsti nei ministeri.

Manovra 2025, aumento di 1,3 milioni per i ministri non parlamentari: le polemiche

Le opposizioni hanno reagito con forti proteste per la manovra, focalizzandosi soprattutto sull’emendamento che allinea il trattamento economico dei ministri parlamentari a quello dei colleghi non eletti.

L’allineamento delle retribuzioni dei ministri non parlamentari alle normative parlamentari necessita di ulteriori chiarimenti, in particolare riguardo alle modalità di assegnazione dei rimborsi, dato che al Senato le voci di rimborso sono più elevate rispetto alla Camera, con un rimborso delle spese di mandato pari a 4.180 euro al mese e un rimborso forfettario di 1.650 euro per le spese generali.