Con il prossimo anno, la riduzione dei bonus edilizi comporterà che un terzo degli interventi beneficerà di una detrazione ridotta al 36% anziché al 50%. Secondo le elaborazioni del Caf Acli, si tratta di lavori che riguardano immobili diversi dall’abitazione principale, che saranno penalizzati dalla manovra 2025 in arrivo.
Manovra 2025: stretta sui bonus edilizi
Rischio per almeno una casa su tre con la stretta sui bonus edilizi. Secondo il Caf Acli, il 66,3% degli edifici ristrutturati è una prima casa. Analizzando 1,4 milioni di modelli 730 presentati nel 2024, il Caf Acli ha evidenziato che il 33,7% delle detrazioni riguarda immobili che saranno esclusi dal bonus maggiore nel 2025, come case in affitto, sfitte o vacanze, mentre il 66,3% riguarda abitazioni principali.
“Al Nord sta emergendo una leggera tendenza a cercare case già ristrutturate, soprattutto perché il costo dei lavori è salito parecchio, ma in genere chi compra ristruttura: nel 90% dei casi qualche lavoro va fatto, aprendo una Cila”, osserva Paolo D’Alessandris, responsabile del dipartimento immobiliare del Cresme.
Tuttavia, il Ddl esclude dallo sconto del 50% le abitazioni dove ci si trasferisce solo dopo il termine dei lavori. Inoltre, verranno esclusi anche gli inquilini e i proprietari della nuda proprietà, che non potranno godere delle agevolazioni, pur essendo tenuti a pagare le spese straordinarie. La preoccupazione per questa nuova proposta è alta, poiché con il taglio del bonus aumenta il rischio di lavori in nero.
Manovra di Bilancio: cosa succederà nel 2025?
Secondo Confedilizia, nel 2025 si faranno solo lavori urgenti, senza modifiche. L’introduzione di una stretta per i redditi oltre 75.000 euro renderà difficile prevedere la flessione degli interventi, che quest’anno ammontano a 50,4 miliardi di euro, dopo il picco del 2022 con 74,1 miliardi.
Gli esperti suggeriscono un ritorno ai livelli del 2011, quando la detrazione era solo al 36% e gli investimenti in ristrutturazioni erano di circa 16 miliardi:
“Più di 20 anni fa, al debutto dei bonus casa, facemmo una valutazione sull’opzione tra lavori fatturati e in nero. La soglia di indifferenza per il committente era circa il 41% di detrazione per le opere con Iva al 20% e il 36% per le opere con Iva al 10 per cento”, dichiara Flavio Monosilio, direttore del centro studi dell’Ance, come riportato da Iusletter.