La discussione sulla legge di bilancio 2025 ha acceso un acceso dibattito politico, aggravato da un emendamento riguardante l’adeguamento salariale per i ministri, viceministri e sottosegretari non parlamentari.
Manovra 2025: Crosetto blocca l’aumento degli stipendi e spegne le polemiche
Il provvedimento, che avrebbe allineato gli stipendi dei componenti tecnici del governo con quelli degli eletti, ha incontrato forti critiche, tanto da spingere il ministro della Difesa Guido Crosetto a chiedere il ritiro della proposta.
Crosetto, uno degli interessati dalla misura, ha dichiarato senza mezzi termini che l’emendamento avrebbe creato tensioni inutili: “Non importa se la proposta sia giusta o meno, è meglio ritirarla per evitare polemiche e strumentalizzazioni”. Le parole del ministro hanno avuto un effetto immediato, scuotendo la Commissione Bilancio dove il testo è ancora in esame. Il governo, che fino a quel momento aveva mostrato fermezza nel respingere emendamenti provenienti dall’opposizione, si è ritrovato in una posizione imbarazzante, accusato di voler privilegiare figure tecniche del governo.
L’emendamento prevedeva un incremento salariale di circa 7.200 euro mensili per 17 membri tecnici dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Un aumento che ha innescato una reazione dura da parte dell’opposizione. Marco Grimaldi, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, ha definito l’intera vicenda “surreale”, criticando l’inserimento di misure considerate inopportune nella legge di bilancio. Anche il Partito Democratico, attraverso Ubaldo Pagano, ha evidenziato come le coperture economiche per la manovra appaiano incerte e poco chiare.
Manovra 2025, Crosetto interviene: stop all’aumento degli stipendi per i tecnici del governo
Nel frattempo, il governo si trova a dover affrontare scadenze sempre più pressanti. I lavori in Commissione Bilancio devono concludersi rapidamente per consentire la presentazione della legge in Aula, prevista per mercoledì 18 dicembre. La maggioranza, per accelerare i tempi, punta chiaramente sulla fiducia, una scelta che si conferma determinante per superare lo stallo politico.
La legge di bilancio, che vale circa 30 miliardi di euro, ha tra i suoi obiettivi la riduzione del deficit pubblico e la crescita economica. Secondo le previsioni, l’indebitamento dovrebbe scendere al 2,6% del PIL nel 2025, mentre il debito pubblico si stabilizzerà al 136,4% entro il 2026. Tuttavia, l’opposizione continua a criticare le priorità del governo, accusandolo di trascurare settori cruciali come sanità, istruzione e lavoro.
Mentre il dibattito prosegue tra polemiche e scadenze serrate, Crosetto ha lanciato un monito che suona come un invito alla responsabilità politica: rinunciare a misure divisive per mantenere un clima di stabilità.