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Manifesto di Ventotene: cosa ha detto la Meloni e perchè è rilevante

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Le parole della Meloni sul Manifesto di Ventotene sollevano un dibattito importante. Cosa ha detto e perché la sua visione dell'Europa è in contrasto con il passato.

Pierluigi Battista, ex vicedirettore del Corriere della Sera, ha espresso in un’intervista con Hoara Borselli una posizione e un punto di vista interessante sulle parole di Giorgia Meloni e il Manifesto di Ventotene.

Manifesto di Ventotene: cosa ha detto la Meloni e nuovi punti di vista

Battista, pur dichiarandosi un “sincero liberale” e con grande rispetto per Spinelli e Rossi, sostiene il suo punto di vista che il manifesto non è come molti credono. Non è un semplice inno all’Europa, ma un documento che descrive un progetto molto più radicale.

Secondo Battista, il Manifesto non parla di un’Europa unita a tutti i costi, ma di un “superstato” che avrebbe abolito gli Stati nazionali, guidato da una “dittatura rivoluzionaria”. Questo governo sarebbe stato formato da un’élite, che si sarebbe autoattribuita il diritto di decidere per tutti, senza mai chiedere il parere del popolo.

Queste frasi vanno ovviamente contestualizzate: quando il Manifesto fu scritto, nel 1941, l’Europa era travolta dalla Seconda Guerra Mondiale e l’Italia viveva sotto il regime fascista, un contesto che rendeva necessaria una riflessione radicale sul futuro dell’Europa e degli Stati nazionali, non deve stupire se i punti di vista ai giorni nostri sono molteplici sull’illustre Manifesto di Ventotene.

Cosa ha detto la Meloni, il manifesto di Ventotene: perchè le sue parole sono importanti

Nel suo intervento alla Camera, Giorgia Meloni ha risposto fermamente a queste visioni, dichiarando: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. Alzando la voce, ha scelto di concludere la sua replica con una serie di citazioni tratte dal Manifesto scritto nel 1941, sottolineando il contrasto tra quelle ideologie e la sua concezione di un’Europa più vicina ai principi democratici e alla partecipazione del popolo.

Giorgia Meloni, si è più volte opposta a qualsiasi forma di elitismo che possa limitare la democrazia diretta o popolare.

Oggi, però, l’Europa sembra ignorare il modello di Ventotene. Battista osserva che molti giovani politici non conoscono la storia e, soprattutto, non comprendono le dinamiche politiche del 1941, quando l’URSS era alleata di Hitler e Churchill era l’unico a opporsi al nazismo. Questi errori di conoscenza storica alimentano il caos attuale attorno a Ventotene.