> > Manifestazione a Torino per il Rojava: un grido di libertà dal Kurdistan

Manifestazione a Torino per il Rojava: un grido di libertà dal Kurdistan

Manifestazione a Torino per la libertà del Rojava e Kurdistan

Un corteo di solidarietà per il Kurdistan occidentale e la sua autonomia

Un corteo di solidarietà per il Rojava

Nel pomeriggio di ieri, Torino è stata teatro di una manifestazione vibrante e colorata, con centinaia di partecipanti che hanno sfilato per le strade del centro, brandendo bandiere curde e striscioni in difesa del Rojava, una regione autonoma della Siria. I manifestanti hanno voluto richiamare l’attenzione sulla situazione critica che sta vivendo il Kurdistan occidentale, minacciato da attacchi esterni e da una guerra che dura da anni. “Il Rojava rappresenta un modello di convivenza tra popoli, un esperimento di democrazia e libertà che non può essere distrutto”, hanno dichiarato gli organizzatori del corteo.

La lotta contro la dittatura e le milizie jihadiste

Durante la manifestazione, è emersa con forza la denuncia contro il regime di Bashar al-Assad e le milizie jihadiste sostenute dalla Turchia, che continuano a minacciare la stabilità della regione. “Assistiamo alla caduta di una dittatura che ha oppresso il popolo siriano per oltre cinquant’anni”, hanno affermato i partecipanti, sottolineando come la lotta per la libertà in Siria sia anche una lotta per il riconoscimento dei diritti del popolo curdo. Le milizie di SNA e HTS, che operano sotto l’egida turca, sono accusate di perpetrare violenze e atrocità contro i civili, creando un clima di terrore e insicurezza.

Il ruolo della Turchia e le conseguenze per il popolo curdo

I manifestanti hanno messo in evidenza il ruolo destabilizzante della Turchia nella regione, definendo il governo di Ankara come un “governo fascista” che sfrutta il caos siriano per attaccare la rivoluzione del Rojava. “L’obiettivo è annientare il popolo curdo e il Movimento di liberazione del Kurdistan, costruendo un impero neo-ottomano”, hanno affermato. Le testimonianze di bombardamenti quotidiani e di massacri di civili, compresi bambini e famiglie innocenti, hanno suscitato indignazione tra i partecipanti, che hanno chiesto un intervento della comunità internazionale per fermare le violenze e garantire la sicurezza della popolazione curda.