Roma, 4 lug. (Adnkronos Salute) – Le persone con malattia di Crohn, una patologia infiammatoria cronica dell'intestino (Mici), hanno la necessità di seguire un regime alimentare specifico e di rinunciare a diversi alimenti, condizione che può ostacolare la socialità, rendendo difficile la convivialità durante i pasti, così come le uscite con familiari, amici e colleghi. Considerando poi che, nel 95% dei casi, per evitare le fasi acute della malattia occorre fare ulteriori sacrifici alimentari, è facile capire come ciò possa portare a un senso di frustrazione, isolamento e difficoltà socio-relazionali. Con la diffusione della malattia che, secondo le ultime stime epidemiologiche, continua ad aumentare, è fondamentale far luce sui bisogni di chi convive con questa condizione che colpisce circa 200mila persone in Italia, con un picco di prevalenza tra i giovani adulti fra 20 e 30 anni. Proprio questo è l'obiettivo della campagna di sensibilizzazione 'Crohnviviamo', promossa da Nestlé Health Science in collaborazione con l'associazione pazienti Amici Onlus.
La campagna – si legge in una nota – contribuisce a mostrare l'impatto della malattia di Crohn sui diversi aspetti della vita quotidiana, sia a livello fisico che psicologico, con focus sull'aspetto centrale della nutrizione. Dalle interviste ai pazienti, emerge il forte impatto dell'alimentazione sui sintomi della patologia e i pazienti sono alla costante ricerca di informazioni sulla dieta. E' nato così 'Faq: Alimetnazione e malattia di Crohn', che raccoglie le risposte a dubbi e domande più frequenti. Il pamphlet, a cura di Camilla Fiorindi, dietista-nutrizionista dell'Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, con il patrocinio dell'Associazione malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Amici) Onlus, è disponibile gratuitamente, in formato digitale, sul sito di Nestlé Health Science.
Ecco 10 consigli per chi ha la malattia di Crohn – rivolti anche a familiari e caregiver – che possono essere approfonditi consultando il vademecum a cura della dottoressa Fiorindi: optare per 3 piccoli pasti e 2 spuntini al giorno, invece che 3 pasti più abbondanti; nella fase attiva della malattia, privilegiare le verdure ricche in fibra solubile – piccole porzioni di patate, carote, zucca e zucchine cotte – come indicato nella dieta Cded (dieta di esclusione per la malattia di Crohn o Crohn's Disease Exclusion Diet) che esclude tutti i cibi pro-infiammatori; per la frutta si può optare per la mela cotta o grattata, senza buccia, banane mature, spremute di agrumi, centrifughe o estratti di frutta; il consumo di grassi saturi, zuccheri semplici, additivi alimentari ed emulsionanti può aumentare un'infiammazione intestinale in corso: limitarli o escluderli, di conseguenza, può avere un impatto positivo sulla salute intestinale.
Indipendentemente poi dalla terapia farmacologica – continua l'elenco – una dieta sana ed equilibrata migliora lo stato nutrizionale e l'efficacia del farmaco. Se qualcuno in famiglia ha la malattia di Crohn, è opportuno privilegiare la bollitura e la cottura a vapore. Le carenze a cui prestare particolare attenzione sono: vitamina B12, vitamina D e ferro. Per le donne in gravidanza, è importante monitorare regolarmente il livello del ferro e dell'acido folico. Inoltre, la Cded rappresenta una preziosa strategia terapeutica per bambini, adolescenti e adulti con questa patologia. Nella fase 3 della Cded, si possono consumare – una volta a settimana e con moderazione – anche gli alimenti non consentiti.
Il vademecum a cura della dietista è pensato per accompagnare le persone in un percorso volto a migliore la gestione della malattia attraverso l'alimentazione ed è rivolto a tutti, sia a chi ha appena ricevuto la diagnosi sia a chi è in remissione.
"Un'alimentazione bilanciata e salutare – spiega Fiorindi – svolge un ruolo fondamentale nellìomeostasi del microambiente intestinale, tanto da riuscire ad influenzarne la composizione e il corretto funzionamento. Tuttavia, durante una fase di riacutizzazione della malattia la dieta deve essere spesso modificata sulla base di eventuali sintomi presenti, sulla localizzazione della recidiva e sulla storia chirurgica pregressa. Secondo dati recenti – prosegue l'esperta – la maggior parte di coloro che presentano una Mici non ha ricevuto alcun consiglio dietetico, e la disinformazione spinge le persone a cercare informazioni da varie fonti, trovando consigli generali" non sempre con solide basi "scientifiche. Per questi motivi e non solo, è fondamentale il supporto di un professionista della nutrizione in tutte le fasi della malattia per garantire il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale, ma anche per educare la persona con Mici guidandola nelle scelte alimentari quotidiane e promuovendo al contempo una migliore qualità di vita correlata all'alimentazione. Il vademecum che ho curato insieme ad Amici Onlus e a Nestlé Health Science mette a disposizione di tutte le persone con malattia di Crohn le informazioni di cui c'è bisogno per orientarsi tra dubbi e domande relativi alla dieta da seguire".
Per supportare medici e dietisti, Nestlé Health Science ha inoltre ideato una piattaforma sulla Cded (Modulifexpert) che permette al medico di aggiornarsi costantemente e di rendere disponibile per il paziente una App (Modulife) che semplifica la gestione della dieta. "Il fatto che la nutrizione giochi un ruolo cruciale nella gestione della malattia di Crohn e della colite ulcerosa – sottolinea Mara Pellizzari, presidente di Amici Onlus – è oggi un fatto risaputo e le evidenze scientifiche a supporto sono assolutamente numerose. Non solo, è qualcosa che le persone con queste malattie vivono in prima persona: sin dagli esordi, infatti, chi ne è colpito cerca di individuare gli alimenti che potrebbero indurre un'acutizzazione e cerca di evitarli. Tuttavia, è importantissimo che questo compito non sia svolto 'in solitaria', ma sia guidato dagli esperti, per una dieta che sia il più possibile d'aiuto nella gestione quotidiana della malattia. Iniziative come Crohnviviamo servono proprio a dare risposte e risolvere i dubbi più frequenti in fatto di nutrizione".
La campagna Crohnviviamo, nel corso del 2024, promuove – oltre alla diffusione del vademecum a cura della dottoressa Fiorindi – l'organizzazione sul territorio di una serie di incontri tra medici e pazienti, insieme ad Amici Onlus, con l'obiettivo di sensibilizzare sull'importanza di una presa in carico che metta al centro le esigenze di chi convive con malattie infiammatorie croniche intestinali e, in primis, con la malattia di Crohn. Sottolineando al contempo – conclude la nota – l'efficacia della dieta di esclusione Cded, terapia dietetica consolidata e di provata efficacia basata sull'esclusione di alimenti pro-infiammatori e l'integrazione nella dieta di Modulen – alimento a fini medici speciali – per gestire la malattia nel quotidiano e per indurre la remissione nelle fasi acute tanto tra i bambini e quanto negli adulti.