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Il progetto sui magneti per il reattore a fusione nucleare coinvolge 35 Paesi, tra cui anche l’Italia.
Magneti per il reattore a fusione nucleare: lo studio
I risultati del programma scientifico ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) saranno decisivi per aprire la strada alle centrali a fusione di domani. I ricercatori si sono riuniti a Cadarache, presso il reattore nucleare WEST del CEA, per contribuire alla costruzione del più grande tokamak mai progettato. Si tratta di una macchina concepita per dimostrare che la fusione, l’energia del Sole e delle stelle, può essere utilizzata come fonte di energia su larga scala, per produrre elettricità senza CO2.
Magneti per il reattore a fusione nucleare: gli obiettivi per il futuro
L’obiettivo di ITER è generare “plasmi ardenti” e comprenderne il comportamento. In un plasma incandescente, l’energia rilasciata dal nucleo di elio risultante dalla reazione di fusione deuterio-trizio è sufficiente a mantenere la temperatura dello strumento, riducendo o eliminando la necessità di sistemi di riscaldamento esterni. ITER deve inoltre implementare e garantire l’integrazione delle tecnologie essenziali per il funzionamento di un reattore a fusione industriale, come i magneti superconduttori.
Il programma deve anche convalidare i moduli di trizio che consentiranno ai futuri reattori di produrre il materiale essenziale per il loro funzionamento, all’interno della macchina stessa.
Magneti per il reattore a fusione nucleare: stabilito un nuovo record
Nel dipartimento di Bouches-du-Rhône, nel sud della Francia, un team americano ha raggiunto un nuovo record mantenendo un plasma a una temperatura stazionaria di 50 milioni di gradi Celsius, più calda del Sole, per sei minuti e quattro secondi.
Questo risultato è stato misurato utilizzando un metodo sviluppato dai ricercatori del Princeton Plasma Physics Laboratory (PPPL) del Dipartimento dell’Energia statunitense. Il tokamak, una sorta di gigantesca ciambella cava con pareti rivestite di tungsteno, confina il plasma utilizzando campi magnetici. La sfida per sviluppare l’energia del futuro è quindi la capacità di mantenere stabile la temperatura degli elettroni nel plasma a una densità sufficientemente alta.