Palermo, 11 feb. (Adnkronos) – "Da parecchio tempo nemmeno i capimafia di maggiore rilievo si sono dati alla fuga non potendo più contare, evidentemente, né su disponibilità finanziarie né su adeguate reti di protezione, fino ad interrompere la consolidata consuetudine della latitanza. Il caso di Auteri, ritrovato in piena operatività mafiosa e aiutato da una serie di soggetti che, nei presenti procedimenti, rispondono del delitto di favoreggiamento aggravato, si rivela dunque la concreta dimostrazione della ripresa, o quantomeno del tangibile tentativo di ripresa, delle vecchie prassi, sintomo evidente di un rafforzamento dell’associazione mafiosa in termini di sviluppo sia delle finanze che del numero dei soggetti ad essa aderenti.
La latitanza dell’Auteri assume rilievo anche con riguardo all’attuale capacità di Cosa nostra di intessere relazioni con il tessuto sociale e istituzionale, poiché la sua fuga, iniziata il 16 settembre 2021 – avvenuta dieci mesi prima del decreto di fermo che lo riguardava (emesso nel luglio 2022 nell’ambito della c.d. operazione Vento) – è tuttavia coeva al deposito dell’informativa da cui traeva origine il provvedimento restrittivo. È, quindi, molto probabile che l’Auteri abbia beneficiato della rivelazione di segretissime informazioni.