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**Mafia: pm, 'detenuti da celle continuano militanza con mini cellulari e sim breve durata'**

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Palermo, 11 feb. (Adnkronos) - "Non può ignorarsi che la facile introduzione, negli istituti penitenziari, di minuscoli apparecchi telefonici e di migliaia di sim, destinate ciascuna a una breve durata per annientare le eventuali attività di intercettazione, ha neutralizzato l&rsq...

Palermo, 11 feb. (Adnkronos) – "Non può ignorarsi che la facile introduzione, negli istituti penitenziari, di minuscoli apparecchi telefonici e di migliaia di sim, destinate ciascuna a una breve durata per annientare le eventuali attività di intercettazione, ha neutralizzato l’annosa questione dell’inoperatività dei detenuti che, ormai, dalle loro celle, continuano ininterrottamente la militanza mafiosa, seppure in videochiamata, collegandosi ad un telefono-citofono (cioè un apparecchio esterno dedicato in via esclusiva a ricevere e chiamare l’utenza attiva dentro al carcere), sì da interloquire sulle questioni di maggiore rilievo e da realizzare, con estrema facilità, vere e proprie riunioni di mafia". E' l'allarme lanciato dai pm della Dda di Palermo nel provvedimento di fermo che all'alba di ggi ha portato all'arresto di decine di persone.

"In più circostanze, invero, si è avuto modo di intercettare diversi detenuti, compresi taluni indagati nei procedimenti (come Francesco Pedalino, Nunzio Serio, Calogero Lo Presti, Calogero Piero Lo Presti), mentre erano impegnati in conversazioni con altri affiliati liberi, peraltro realizzate con l’ausilio di sistemi organizzativi che vedevano schiere di familiari del recluso affaccendate a convocare/ricevere gli interlocutori o a recapitare loro il tele-citofono", dicono i pm.

"Emblematico appare, a tal proposito, l’episodio della spedizione punitiva operata ai danni di Giuseppe Santoro, deliberata e ordinata telefonicamente dai due Lo Presti detenuti i quali, nel corso di una lunga serie di telefonate, oltre a scegliere minuziosamente la squadra deputata al pestaggio punitivo e a indicare le precise modalità per la realizzazione del loro comando, hanno anche ritenuto di assistere in diretta, grazie al video-collegamento telefonico, al massacro della vittima", spiegano i magistrati nel fermo.