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Maculopatie, Piovella: "Garantire assistenza a tutti i pazienti"

Roma, 30 nov. (askanews) – I casi di maculopatie in Italia sono in continuo aumento. Si tratta di un problema fortemente inabilitante per i pazienti, ma anche di grande peso specifico sotto il punto di vista economico e sociale per il Paese. Cecità ed ipovisione interessano circa 1.600.000 persone in Italia ed ogni anno il dato tende a coinvolgere circa 63mila nuovi pazienti, soprattutto persone con più di 50 anni. Non tutte le persone, però, riescono ad accedere alle cure ed all’assistenza del Servizio Sanitario Nazionale. Questo uno dei temi al centro della seconda giornata del Congresso Nazionale della Società Oftalmologica Italiana, svoltosi ieri ed oggi a Roma.

Matteo Piovella, Presidente della SOI, dichiara: “La maculopatia è un problema di circolazione della retina che impedisce alle persone, ad un certo punto, di leggere per esempio un estratto conto bancario, quindi si tratta di una limitazione importante. Oggi purtroppo noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle lo scandalo Avast e Lucentis dieci anni fa, ma la cosa drammatica è che non ci siamo risollevati organizzativamente da questo evento e, ancora oggi, solo il 30% delle persone ha un accesso ad una terapia adeguata. Quindi il nostro impegno è ovviamente coprire, come succede in Inghilterra, in Germania e in Francia per la stessa patologia, la totalità delle persone che ne hanno bisogno. È ovvio che esiste un sottodimensionamento di medici impegnati nel Servizio Sanitario Nazionale, questo è un errore. Noi siamo 7.000 medici oculisti, mentre solo 1.500 sono impegnati nel sistema pubblico, da ciò deriva lo stato di sofferenza”.

Per affrontare il problema, la Società Oftalmologica Italiana ha posto al centro dei due giorni di Congresso il calendario delle visite oculistiche, ovvero le indicazioni sulla corretta programmazione delle visite specialistiche nel ciclo di vita, sottolineando così l’importanza della prevenzione.

“Il calendario delle visite è fondamentale perché noi non ci rendiamo conto dell’evoluzione delle malattie” – afferma ancora il Dott. Piovella – “Alla nascita una visita oculistica entro i tre anni, il primo giorno di scuola, dagli 8 ai 14 per contenere la miopia, che sta diventando endemica nei ragazzi. Poi passiamo ai 40 anni, ogni due anni una visita oculistica per salvaguardare tutto e, dopo i 60 anni, una volta l’anno. E questa cadenza è la migliore assicurazione, al di là di tutte le informazioni, di tutte le cose poco applicabili. Se c’è una carenza da parte del sistema pubblico, dobbiamo farci carico noi stessi del problema, soprattutto per i bambini e per le persone deboli come gli anzianiM dobbiamo dare un sostegno perché, se non lo facciamo, non c’è alternativa”.

A conclusione del Congresso, la Società Oftalmologica Italiana ha chiesto ai 7.000 medici oculisti specialisti operanti nel Paese di continuare a garantire competenza, capacità e spirito di servizio.