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Fantasmi on the road (Parte1)

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Quest’estate ho voluto capire se i Ghostbusters nostrani hanno una passione supportata da fatti o se c’è tanta autosuggestione e poche cose davvero inspiegabili.

Dopo aver intervistato gli amici del PIT, sempre più che convinto che qualcosa di paranormale esistesse davvero, cominciai ad armarmi degli strumenti utili per approfondire la mia ricerca: rilevatore di campi elettromagnetici, registratore EVP, applicazioni varie, telecamera infrarossi, telecamera termica, etc.

Ebbi una prima interessante esperienza al cimitero di Crespi d’Adda dove il rilevatore di campi magnetici, che normalmente non si illumina mai, cominciò a emanare lampi di luce come impazzito.

Decisi allora con mia figlia di fare una vacanza alla ricerca di fantasmi, avremmo percorso chilometri alla ricerca di Castelli infestati, dimore maledette e chiese sconsacrate. Quel giorno arrivò.

Principato di Lucedio: tra leggenda e realtà

Dovete sapere che in provincia di Vercelli c’è un posto che in pochi chilometri vi proietta direttamente nell’atmosfera del ghost hunting, quel posto è il Principato di Lucedio, già il nome stesso Lucedio “Luce di Dio” “Dio della Luce” richiama anche la figura di Lucifero. Lungo la strada che si snoda tra campi di risaie troviamo l’Abbazia omonima. La fama di Lucedio come attrazione per cacciatori di fantasmi, esperti di fenomeni paranormali si è diffusa in tutto il mondo, e il monastero conserva ancora un fascino morboso. Non è possibile stabilire con certezza quando le cose abbiano preso una piega sinistra a Lucedio. Tuttavia, secondo le leggende locali, si dice che un gruppo di streghe abbia tenuto un raduno, nel vicino cimitero di Darola, durante il quale si materializzò persino Lucifero. Si narra che questi abbia poi posseduto i giovani novizi del convento di Trino Vercellese, non lontano da Lucedio, i quali furono in grado di sedurre i monaci scatenando un secolo di perdizione.

L’Abbazia è sorta nel lontano 1123, quando un vasto territorio paludoso è stato donato ai monaci cistercensi provenienti dal monastero di La Ferté a Chalon-sur-Saône, in Borgogna, dal Marchese Ranieri I del Monferrato ma l’Abbazia (visitabile) rimane il punto meno oscuro di questo nostro viaggio.

Principato di Lucedio: l’Abbazia e lo Spartito del Diavolo

Il sopracitato Cimitero di Darola, oggi, se vogliamo è impraticabile, vegetazione e alberi caduti lo hanno completamente sommerso ma se riuscite a passare questi ostacoli vi troverete in una piccola cappella messa male con residui di rituali, due lapidi di cui una ricorda la morte di due bambine, l’atmosfera è pesante, tutte le foto che ho scattato risultavano mosse, forse ero già agitato, sono udibili strani rumori ed è sicuramente un posto che mette a disagio, non vedi l’ora di andartene.

Il monastero invece fu chiuso da Papa Pio IX, anche in seguito alle numerose accuse di atroci crimini come tortura, magia nera, abusi sessuali e stupri. Anche l’Abbazia stessa è avvolta da numerose leggende. Storie di grida, bizzarre presenze e Demoni, sono abbondanti. Nel restaurarla è stato ritrovato murato in una parete un cadavere completamente conservato.
Passata l’Abbazia, lungo la strada è possibile trovare l’insegna di una chiesa sconsacrata “La Madonna delle vigne”, raggiungibile attraverso un semplice sentiero è ad oggi visitabile ma in completo abbandono e pericolante, custode di una storia particolare, pare che lo spartito dipinto su una delle sue pareti (vedi foto) se suonato al contrario possa evocare il Diavolo, pare che sia successo per la rottura della manovella dell’organo che andando al contrario evocò il Demonio. Gli strumenti qui hanno cominciato a illuminarsi dandoci una sensazione di non essere soli, all’interno della Chiesa continuavamo a sentire rumori come se stessero battendo sulle mura o stessero facendo dei lavori edili, sovrappensiero non ci siamo preoccupati pensando a qualcuno che stesse lavorando lì vicino, una volta usciti e percorso il sentiero fino al cimitero che sorge vicino la Chiesa ci siamo accorti che nessuno stava lavorando, non c’era proprio nessuno. Gli strumenti continuavano a illuminarsi e a rispondere in modo preciso alle nostre domande seguendoci fino alla macchina, lì abbiamo congedato gentilmente le presenze chiedendo di non seguirci.

Una giornata interessante, che ne dite?