La premier Giorgia Meloni, insieme ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, è sotto indagine per favoreggiamento e peculato in relazione al rimpatrio del comandante della prigione libica di Mittiga, Almasri. La notifica è stata firmata dal procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi. La vicenda è al centro del dibattito politico dal 28 gennaio e, in merito, il direttore di Libero, Daniele Capezzone, ha analizzato la questione durante il consueto appuntamento mattutino con “Occhio al caffè”, la rassegna critica dell’attualità politica.
Lo Voi contro Meloni? Interviene il direttore Capezzone
“Oggi la mistica, tradotto le frottole dell’atto dovuto sono state smantellate“.
Il diretto Daniele Capezzone ha affrontato la questione politica nella sua rubrica “Occhio al caffè”, con la rassegna stampa di oggi 30 gennaio 2025.
“Non sta scritto da nessuna parte che una Procura debba agire da passacarte e che un qualsiasi coriandolo inviato come esposto debba tradursi in avviso di garanzia o iscrizione nel registro degli indagati della persona oggetto dell’esposto”.
Capezzone ha osservato che, nonostante la posizione di Lo Voi, che sosteneva che l’atto fosse non solo dovuto ma obbligato, come se ogni esposto si traducesse automaticamente in un avviso di garanzia, restano a difendere questa tesi il Corriere, Repubblica e La Stampa.
Inoltre, ha sottolineato come anche Il Fatto Quotidiano si sia unito alla discussione, pubblicando un editoriale molto critico firmato da Marco Travaglio, in cui, prendendo spunto dalla vicenda, lancia una frecciatina ricordando quanto fosse bravo Conte a gestire gli esposti, mentre Meloni, a suo avviso, non riesce a fare altrettanto.
“Com’era bravo Conte, lui sì che sopportava gli esposti e invece Meloni no'”.
Francesco Lo Voi e il volo di Stato negato da Mantovano
Tra il Governo e Lo Voi c’è una questione in sospeso: i voli di Stato, utilizzati da Lo Voi, per i suoi spostamenti tra Roma e Palermo. Il procuratore ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del sottosegretario Alfredo Mantovano, che aveva disposto la revoca dell’aereo dei servizi segreti con cui Lo Voi viaggiava per ragioni di sicurezza.
Lo Voi ha sottolineato la necessità di ottenere l’autorizzazione, rivolgendosi all’ufficio voli di Stato, giustificando la sua richiesta con l’argomento che l’uso di un volo di Stato permette uno spostamento più veloce rispetto ai voli di linea, riduce la visibilità personale in ambienti come aerei e aeroporti e impedisce la necessità di impiegare personale di scorta.
La risposta di Mantovano è stata, però, immediata, anche grazie ai dati raccolti presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e altre fonti pubbliche.
“Il costo per la finanza pubblica di un volo di Stato di andata e ritorno nella tratta Roma-Palermo è di almeno 13mila euro (a seconda del velivolo utilizzato), mentre il biglietto di andata e ritorno nella stessa tratta su un volo di linea varia dai 400 ai 700 euro per passeggero, il che rende il volo di Stato sempre e notevolmente più costoso della soluzione commerciale per la finanza pubblica”.
In base a queste informazioni, è stata confermata la scelta di non consentire l’uso dei voli di Stato da parte di Lo Voi.