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Lo speciale su Papa Francesco a Porta a Porta divide il pubblico: critiche e polemiche

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Speciale Papa Francesco a Porta a Porta: nove uomini e nessuna donna a ricordare un Papa che ha cercato di dare spazio alle donne nella Chiesa. Polemiche e critiche esplodono sui social.

Dodici anni, tanto è durato il pontificato di Papa Francesco. Un tempo lungo, ma non abbastanza. Non per cambiare tutto. Non per aggiustare davvero il mondo. Però sufficiente per lasciare un segno profondo — dentro e fuori la Chiesa.

Papa Francesco e l’apertura alle donne, Porta a porta: bufera sullo speciale

Non servono encicliche o titoli accademici per accorgersene.

Lo si capisce dalle piccole crepe. Dai muri che ha provato, un pezzo alla volta, a buttare giù.

Francesco non ha mai avuto paura di dire le cose come stanno. “La Chiesa è donna”. Punto. E se qualcuno aveva dubbi, lui li cancellava con quella frase secca, quasi ruvida: “Quando comandano le donne, le cose vanno bene”.

Parole forti, scomode, pure difficili da digerire in certi ambienti. Eppure sincere.

Poi arriva la tv, quella dei grandi eventi. Ieri sera, Rai 1. Porta a Porta. Uno speciale per ricordare il Papa. Le luci, il pubblico in silenzio. Tutto molto solenne, molto Vespa. Ma qualcosa — già dai primi minuti — stona.

Nove uomini in studio. Nove. A parlare di un uomo che aveva spinto per aprire le porte alle donne, anche nei sacri palazzi. Nessuna donna seduta al tavolo. Nessuna teologa, storica, giornalista. Solo suore nel pubblico, come se bastasse a riequilibrare la scena.

Porta a porta, speciale Papa Francesco: addio a un Papa che apriva alle donne, ma in studio nemmeno una

Vespa lo nota, si giustifica. “Qui siamo tutti uomini, ma nel pubblico ci sono le suore”. Ecco, problema risolto o forse no.

Il pubblico da casa però non ha chiuso un occhio. Anzi, ha spalancato bocca e social. La polemica esplode in tempo reale. Un nome, più di altri, risuona forte: Lorenzo Tosa. Giornalista, post virale. Poche righe, ma bastano: “Otto uomini su otto chiamati da Bruno Vespa a dissertare sulla morte del Papa che aveva nominato diverse donne in vari ruoli chiave…”.

Boom. Commenti, condivisioni, indignazione. Un fiume. C’è chi parla di “trasmissione vergognosa”. Chi spara contro la Rai: “inguardabile”. Chi va ancora oltre: “Un insulto alla memoria di Papa Francesco”.

E non finisce qui. Per qualcuno non è neanche la prima volta. C’è chi ricorda l’altro scivolone: sette uomini chiamati a discutere di aborto, sempre da Vespa.

Dietro la bufera social per lo speciale dedicato a Papa Francesco, però, c’è una questione più grande. Quella che fa più male. La rappresentazione del cambiamento. O meglio, la sua assenza.

Francesco aveva provato a spingere la Chiesa fuori dal medioevo. Una Chiesa meno maschile, meno chiusa, più viva. Eppure, nel giorno del suo addio, quel cambiamento sembrava già sparito.

Una ferita. Di quelle che bruciano. Perché, forse, certe rivoluzioni esistono solo finché qualcuno le ricorda. Poi basta una puntata tv, e tutto torna come prima.