La storiografia ufficiale non è mai stata tenera nei confronti di Gallieno, divenuto imperatore di Roma nel 260 d.C., considerato immorale, incapace e spregevole (ma fu anche un personaggio scomodo pertanto si può ipotizzare una certa voluta esagerazione nel dipingerlo con tratti tanto negativi).
A prescindere dai difetti presunti o reali del giovane imperatore, possiamo esser certi che non mancasse di ironia, dote da lui ampiamente dimostrata attraverso una serie di aneddoti divertenti che lo riguardano tramandati nei secoli e divenuti famosi.
Qui ne racconto uno fra i più celebri, narrato nella Historia Augusta.
Un giorno, alla presenza di Gallieno, un cacciatore fu messo nell’arena di fronte a un toro di notevoli dimensioni; per ben dieci volte consecutive l’uomo prese la mira e cercò di colpire l’animale, fallendo miseramente.
Come finì?
Finì che l’Imperatore volle premiarlo con una corona poiché, disse, in una simile circostanza era stato più difficile non colpire piuttosto che colpire il toro.