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L'Iran nega ogni collegamento tra l'arresto di Sala e di Abedini

Teheran, 7 gen. (askanews) – Lunedì l’Iran ha negato qualsiasi collegamento tra il recente arresto della giornalista italiana Cecilia Sala a Teheran e quello di un cittadino iraniano da parte dell’Italia, nel mezzo di una situazione di stallo diplomatico tra i due paesi.

A dicembre, Mohammad Abedini, 38 anni, è stato arrestato in Italia su richiesta degli Stati Uniti per violazioni delle esportazioni legate a un attacco mortale a militari statunitensi.

Poco dopo, le autorità iraniane hanno arrestato la giornalista italiana Cecilia Sala per “violazione della legge della Repubblica islamica” durante un viaggio di reportage a Teheran.

“I (due casi) non sono collegati”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei durante una conferenza stampa settimanale.

Venerdì, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore italiano a Teheran per protestare contro quella che ha definito la detenzione illegale di Abedini.

Il giorno prima, il ministero degli Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, per discutere del caso di Sala e chiedere il suo “rilascio immediato”.

Baqaei ha condannato l’arresto di Abedini su richiesta di Washington come “presa di ostaggi” e ha affermato che l’Iran stava seguendo il caso.

Un secondo uomo, l’iraniano-statunitense Mahdi Mohammad Sadeghi, 42 anni, è stato anch’egli arrestato negli Stati Uniti e accusato di cospirazione con Abedini, accuse che l’Iran nega.

Sala, 29 anni, si è recata in Iran il 13 dicembre con un visto da giornalista. È stata arrestata sei giorni dopo e trattenuta nella prigione di Evin a Teheran, secondo Chora Media, un editore di podcast italiano per cui lavora Sala.