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L'implementazione di aree con limite di velocità di 30 km/h nelle aree urbane porta ad una diminuzione del 23% degli incidenti stradali.

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Lo studio scientifico presentato a "City Flows" rivela che l'imposizione del limite di velocità a 30 km/h nei centri urbani riduce gli incidenti stradali del 23%, i decessi del 37% e gli infortuni del 38%. Inoltre, contribuisce a ridurre le emissioni medie del 18%, diminuisce l'inquinamento acustico di 2,5 decibel e riduce il traffico del 2%. A Trento, dove transitano circa 323.000 veicoli al giorno, il 51,4% degli spostamenti avviene con auto private, il 34,8% a piedi o in bicicletta, e il 13,8% con i mezzi pubblici.

Il primo studio scientifico europeo sull’impatto dell’implementazione del limite di velocità nei centri urbani, presentato a “City Flows”, mostra che fissare il limite a 30 km/h riduce gli incidenti stradali del 23%, i decessi del 37% e gli infortuni del 38%. L’analisi, condotta da George Yannis, responsabile del Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell’Università tecnica nazionale di Atene, ha basato le sue scoperte su 70 differenti studi. Si scopre che il vincolo di mantenere la velocità a 30 km/h in città riduce le emissioni medie del 18%, diminuisce i livelli di inquinamento acustico in media di 2,5 decibel e contribuisce a risolvere il problema del traffico, con una riduzione media del 2%. Durante l’evento, sono stati divulgati anche i dati sulla mobilità urbana a Trento, dove circa 323.000 veicoli attraversano la città ogni giorno, triplicando il numero di residenti (119.000). Il 51,4% degli spostamenti si effettua con auto private, il 34,8% della popolazione si sposta a piedi o in bicicletta, mentre il 13,8% utilizza i mezzi pubblici (con circa 80.000 utenti al giorno). Il 56% degli spostamenti si svolge su distanze inferiori ai cinque chilometri.